Venti nuovi affiliati già operativi e un focus sulla Lombardia che dovrebbe generare 80 milioni in cinque anni. Prosegue secondo queste direttrici la strategia di crescita e di ampliamento di Italianway, specialista nel property management per gli affitti brevi, che a gennaio ha lanciato l’idea di un franchising di property manager nazionale.
Proprio in questi giorni (11-13 giugno) si tiene a Milano la seconda “academy” di formazione e reclutamento, mentre molti di quelli che avevano seguito l'edizione precedente hanno iniziato a lavorare. La Lombardia ha un ruolo centrale. Ora ci sono property manager di riferimento a Como (città e lago), Val d’Intelvi, Lecco, Bellano, sul Lago di Garda e a Bormio.
«La Lombardia traina il nostro progetto di franchising nazionale, di cui vale il 40%. La Regione ogni anno attrae circa 9 milioni di turisti stranieri – commenta l'amministratore delegato Marco Celani –. In Lombardia, i pernottamenti negli hotel sono ancora la maggioranza, almeno i due terzi del totale. Ma come trend di crescita, l’extra alberghiero viaggia ormai al triplo della velocità.
«Il modo di viaggiare è cambiato. Soprattutto da parte del viaggiatore internazionale di fascia medio, per esempio proveniente dal Nord America o dai Paesi scandinavi, c’è voglia di vivere un’autentica esperienza di soggiorno in una casa italiana, che i proprietari ben volentieri ci affidano», aggiunge Celani.
L’obiettivo per i prossimi 5 anni, in Lombardia, è arrivare a 6mila immobili gestiti, attirare 1,5 milioni di turisti con ricavi generati per 81 milioni di euro. Un movimento che dovrebbe portare una stima di 9 milioni di euro come imposta di soggiorno nei Comuni interessati e quasi 8 milioni per l'Agenzia delle Entrate.
Tornando al franchising nazionale, gli altri nuovi manager affiliati si trovano a Rapallo e Genova, Salento, Langhe, Noto,
più le città d'arte come Napoli, Roma, Firenze e Bologna. E sono in via di definizione i contratti con i responsabili a Torino,
Verona, Pantelleria, Catania, Trapani e Rimini.
«Il nostro è un modello unico in Italia, molto apprezzato dai proprietari visti i tassi di riempimento che riusciamo a garantire,
così come da aspiranti imprenditori del turismo che si candidano ad entrare nella nostra squadra», aggiunge il founder Davide
Scarantino.
Interessante l'analisi del curriculum dei nuovi property manager affiliati, perché mostra un mix di profili trasversali e provenienti da esperienze diverse. In pochi, infatti, provengono direttamente dal settore immobiliare, magari in qualità di gestori di attività alberghiere di famiglia. Il più delle volte, si tratta di persone con un passato nel marketing, nel turismo, nel settore bancario, nell’enologia, molti laureati in Economia, che decidono di tentare la strada dell’impresa personale.
© Riproduzione riservata