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Il ritardo in casa del professore

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l'italia e il rischio debito

Il ritardo in casa del professore

Spiace dirlo. La delicatezza della situazione imponeva che il Consiglio dei ministri di ieri, presieduto dal professor Mario Monti, varasse il decreto sulle misure anti-crisi e desse il via libera alla nomina di vice-ministri e sottosegretari che sanciscono la pienezza dei suoi poteri. Purtroppo, non ci sono né il decreto né le nomine. Siamo ben consapevoli che i mercati stanno scommettendo su qualcosa che non è congruente con i fondamentali del Paese, i tassi non sono un riflesso ragionevole della condizione corrente e delle prospettive dell'Italia.

Siamo ben consapevoli che questa situazione di estrema, ulteriore fibrillazione, è figlia della grande paura dei mercati sull'euro e che l'Italia ne è la vittima non più il capro espiatorio. Deve essere, però, chiaro a tutti che il vertice a tre - Merkel, Sarkozy, Monti - è andato molto bene per il presidente del Consiglio italiano (siamo contenti perché ci rappresenta) ma molto male per l'Italia e, soprattutto, per l'Europa perché i veti tedeschi non sono stati scalfiti in nulla. Siamo ben consapevoli che è in corso una nobile gara, tra Capi di governo e di Stato e uomini delle istituzioni europee, a ribadire con forza che le "priorità" indicate dal governo Monti sono quelle giuste e a rimarcare che l'agenda dei tempi è addirittura accelerata. Noi ci permettiamo di sottolineare che l'asta dei BoT a sei mesi si è conclusa con una piena sottoscrizione, ma a tassi da "usura" pari al 6,5% e che i BTp a due anni, sul mercato secondario, sono volati al nuovo record dell'8%. Parliamoci chiaro: l'Italia può sostenere tassi così alti, ma solo per un certo periodo, solo a termine.

Giovedì dieci novembre Il Sole 24 Ore, dopo una giornata che ha segnato il massimo storico del differenziale di spread tra titoli di Stato italiani e tedeschi, ha lanciato un appello: fate presto. Ha chiesto che la politica scegliesse di sostenere una compagine di governo competente e credibile in nome della causa italiana, perché ci tirasse fuori da un lungo processo di logoramento politico e civile e, soprattutto, perché desse agli italiani, in tempo reale, la cura scomoda ma necessaria per ricostituire la fiducia del mondo sull'Italia. Nessuno si dimentichi che viviamo pericolosamente, molto pericolosamente. Il risparmio e il lavoro degli italiani restano in gioco come prima, più di prima, si è solo ridotta l'anomalia di quei cento e passa punti di differenziale rispetto alla Spagna. Siamo contenti che sia stato accolto il nostro appello a fare presto, ma l'urgenza della qualità dell'azione di chi è stato chiamato a raccoglierlo diventa, giorno dopo giorno, sempre più inderogabile. Il tempo che ci è stato dato, è scaduto da un po', si è perso colpevolmente un anno.

L'isteria dei mercati è una brutta bestia, bisogna fare di tutto perché si torni a comprare titoli italiani a tassi più bassi.
Monti e la sua maggioranza politica ne sono consapevoli, agiscano allora di conseguenza. Il quesito drammatico di oggi è se il giusto e necessario (ancora da venire) sarà anche sufficiente. Noi riteniamo che sia importante tradurre in fatti le promesse, e farlo bene, evitando pasticci e ripensamenti, assicurando solide basi normative alle singole misure. Gli italiani sono oggi più consapevoli di ieri della gravità della crisi europea e di quella italiana. La politica sappia dare, in casa nostra, le risposte giuste.

Questo renderà fuori più autorevole il nostro governo e favorirà il rafforzamento della partecipazione europea. I vincoli ci sono, è vero, ma la Bce farà comunque rilevanti operazioni di liquidità. La Merkel non è Kohl e, purtroppo, non perde giorno per dimostrarlo. L'Italia, con Monti, può svolgere un ruolo significativo perché l'Europa diventi più politica, aumenti le sue munizioni finanziarie, sciolga le paure sull'euro e spenga sul nascere la malattia del contagio. Bisogna, però, che sia un Monti legittimato dall'azione di governo, non dal credito internazionale personale. Se non dimostra di sapere affrontare l'urgenza italiana, diventano nulle le possibilità di dare un contributo vero per risolvere l'urgenza europea. La seconda è più importante della prima, ma si deve partire da casa. Se crolliamo noi, crolla tutto. A quel punto, non sarà molto importante capire di chi è la colpa, si conteranno solo le macerie.

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