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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2014 alle ore 08:14.
L'ultima modifica è del 05 agosto 2014 alle ore 23:34.

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Dopo pochi minuti, per fortuna, lo spike tanto atteso, un picco sullo schermo verde, diceva a tutti che Rosetta si era svegliata. Un grande applauso in sala.
Abbracci, sollievo, un senso di trionfo, anche se nulla di paragonabile alla prima volta che un Apollo riemerse con i suoi tre astronauti dal silenzio dell'altra faccia della Luna, o alla voce di Jim Lovell, comandante di Apollo 13, dopo i minuti di black out nel rientro dalla loro Odissea.
Rosetta è una grande e ambiziosa speranza dell'attività spaziale europea, perché ce l'aveva fatta a svegliarsi. Insomma, Rosetta era pronta a mettersi attivamente in caccia della cometa per mandare Philae a esplorarla. Il problema di Philae non sarà quello di arrivare sulla superficie, ma di restarci. Una cometa ha una gravità così bassa che la cosa più probabile per Philae sarebbe quella di rimbalzare dalla superficie e non poterci tornare mai più. Ma Philae ha un'ancora. Ferri e Accomazzo hanno pensato a tutto.
Ho chiesto a Accomazzo: «Andrea, ma che ha fatto Rosetta dopo il risveglio? Si è lasciata trasportare verso la cometa?». «No, no, le abbiamo dato tante cose da fare. La cometa le corre davanti, lei deve mettersi in coda e lentamente scendere a una velocità pochissimo superiore alla sua, per essere pronta, il 6 agosto a entrare nella sua orbita. Per questo abbiamo previsto una serie di "burns" - spinte - usando poco alla volta i 700 chili di propellente rimasti a bordo dall'inizio del viaggio. L'unico rilevamento a nostra disposizione erano le immagini della cometa, un pixel dal momento del risveglio, sullo sfondo delle stelle fisse».
Intanto l'immagine della cometa ha iniziato ad allargarsi, aumentando la sua definizione grazie al sistema di Imaging Osiris (grande il contributo alla sua realizzazione della professoressa Finzi, del Politecnico di Milano). Sono di questi giorni quelle che rivelano una forma inattesa del nucleo, quasi fosse la fusione di due comete incontratesi a bassa velocità.
Il 6 agosto è previsto che Rosetta si metta in orbita attorno alla cometa e cominci a osservarla per cercare il punto più adatto per "sbarcare" Philae. Nel frattempo si va intensificando il lavoro degli scienziati e dei tecnici nella ricerca, dagli strumenti di Rosetta e di Philae. Grande anche qui il contributo italiano come ci dice il presidente dell'Asi Roberto Battiston. Aziende come Selex e tanti istituti universitari sono stati impegnati a progettare e ora a utilizzare apparati sofisticatissimi.
Alessandro Ovi, Mit Technology Review
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I PROTAGONISTI ITALIANI
Oltre a Paolo Ferri, direttore di tutte le missioni Esa, e Andrea Accomazzo di Domodossola, capo di un team di 15 persone ad altissimo livello per le operations di Rosetta, la missione del satellite vede come protagonisti anche altri studiosi italiani: Fabrizio Capaccioni (Istituto di fisica dello spazio interplanetario); Alessandra Rotundi (Università degli studi di Napoli Parthenope); Cesare Barbieri, Gabriele Cremonese e Stefano Debei (Università degli studi di Padova); Amalia Ercoli Finzi (Politecnico di Milano).
Nella missione per il satellite europeo Rosetta è coinvolta anche Selex con i suoi ricercatori: Edoardo Re, Pier Giovanni Magnani, Enrico Suetta, Michele Dami, Massimo Cosi, Giampaolo Preti e Andrea Cisbani.

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