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L'anima e la ragione

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Scenari

L'anima e la ragione

«Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente». Questa frase appartiene a Voltaire e all'Illuminismo ma dovrebbe paradossalmente essere il “comandamento” fondante dell'incontro delle religioni del Terzo Millennio che vuole testimoniare la forza dell'abbraccio di un padre e di un figlio e vuole parlare al cuore delle donne e degli uomini di ogni età. A mio avviso lo è, perché in questo “comandamento” si ritrovano l'ebraismo, l'intero cristianesimo, la parte più autentica dell'Islam. Si ritrovano, in definitiva, l'anima e lo spirito della comunità mondiale.

Quelli che abbiamo visto ieri assaltare incappucciati la redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo, uccidere 12 persone, il direttore Charbonnier, quattro vignettisti, due agenti, non appartengono a nessuna religione, sono sanguinari addestrati con la precisione di un commando militare, sono il frutto avvelenato di una macchina del male violenta che affonda le sue radici nell'ideologia, nel fanatismo e nel terrorismo.

Hanno colpito ieri al cuore con la freddezza di un'esecuzione da professionisti, non solo la libertà d'espressione, la libertà di ridere di tutto, la libertà della satira, la libertà di avere un'opinione e di volerla manifestare sempre e comunque, ma tutte le libertà insieme che appartengono al mondo Occidentale e alla sua civiltà, i suoi principi fondanti, uno stile e un modo di concepire la vita che conosce il valore del dialogo e del dissenso, si misura ogni giorno con mille disuguaglianze locali e globali, feticismi economici, dure battaglie politiche e scontri sociali, fa i conti da mattina a sera con la lunga crisi ma non è neppure sfiorata dall'idea che si possa uccidere per un disegno.

Questa macchina del male non ha trascurato nessuno dei segni che parlano al mondo, ma è bene cogliere quanto di loro parlano quei segni: il giornale satirico, dove c'è l'ideologia non c'è la capacità di guardare ai fatti della vita con umorismo; Parigi capitale del Paese delle libertà dove per essa si è pronti a morire, l'attentato non è molto distante da quella piazza della Bastiglia simbolo di una rivoluzione che con i suoi ideali ha cambiato la Francia e l'Europa; il giorno di uscita del discusso romanzo “Sottomissione” di Michel Houellebecq, da oggi sotto scorta, che racconta una parte dell'Islam e trascura l'altra; l'inizio del 2015 con il sogno dell'uscita dalla lunga crisi finanziaria e la realtà di troppi focolai di crisi geopolitica, di vecchi e nuovi Califfati.

Questa macchina del male a mio modo di vedere non appartiene alla religione ma al terrorismo organizzato, una minoranza pericolosissima che vuole sfruttare le contraddizioni del mondo democratico e chiudere spazi vitali alla comunità musulmana che ha dentro di sé il Corano della tolleranza e della pace, conosce in profondità la sua identità, ma vuole rispettare quella del mondo Occidentale e integrarsi con essa sia pure nella diversità. L'Occidente non si illuda che le libertà conquistate siano eterne e si ricordi che vanno riconquistate ogni giorno, senza cadere nella tentazione rozza di dividere il campo dei musulmani tra buoni e cattivi e senza solleticare e ingrassare populismi e spinte xenofobe vecchie e nuove. Risponda piuttosto con la ragione dell'Europa della sicurezza e dell'intelligence, l'allarme deve scattare in casa nostra e negli altri Paesi recidendo i ponti con le anime radicali e i loro sponsor arabi e musulmani. Risponda con gli Stati Uniti d'Europa e la forza politica del più grande mercato di consumo al mondo che decide finalmente di dire la sua non solo con la moneta unica ma anche con un esercito unico. Non si possono fare sconti e non vanno sottovalutati gli effetti di emulazione quando il metodo è sanguinario e il bersaglio diventa l'informazione, la libertà di parola e di opinione, i valori fondanti della convivenza civile che abbiamo costruito nei secoli e appartengono al capitale umano più importante del mondo. Tutti siamo chiamati a rispondere, nessuno potrà sottrarsi. I cartelloni con su scritto “Je suis Charlie” e la piazza delle matite a Parigi testimoniano che ci siamo, ma l'emozione finisce presto. Senza l'intelligenza e la forza degli Stati Uniti d'Europa non riusciremo a superare il nostro 11 settembre.

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