Raghuram Rajan cambia bersaglio e dopo aver piegato l’inflazione punta il mirino delle politiche monetarie sulla crescita. Con prezzi al consumo quasi dimezzati da quando ha preso la guida della Reserve Bank of India e un saldo delle partite correnti in continuo miglioramento (anche grazie al calo del prezzo del petrolio), Rajan ha colto i segnali che aspettava per venire incontro alle richieste del governo, tagliando di 25 punti base i tassi, fermi all’8% da due anni.
Un assaggio del possibile e consistente allentamento monetario che potrà arrivare nei prossimi mesi. Un antipasto concesso dall’ex economista dell’Fmi con le carte in regola per richiamare al tempo stesso la politica al proprio dovere: non è la banca centrale che può costruire strade e ferrovie, né portare l’elettricità a case e imprese, né rendere certo e prevedibile il contesto per gli investimenti. Tocca al governo varare le riforme necessarie per liberare il potenziale economico dell’India, costruendo le condizioni per una crescita stabile e sostenibile, senza compromettere la tenuta dei conti pubblici. Sono le promesse del premier Narendra Modi. Da ieri ha un alibi in meno per non mantenerle.