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Ottimismo americano sull’Italia

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ROAD SHOW NEGLI USA/1

Ottimismo americano sull’Italia

Anche Sergio Marchionne, parlando di Italia e di Europa, nel 2015 ritrova il sorriso. Per lui questo sarà «l’anno della svolta». E per quel che lo consociamo Marchionne non fa le sue affermazioni con leggerezza. «In questo caso ci ho messo sei o sette anni, ma ora sono davvero positivo», ci dice al Bloomberg Center ai margini dei lavori del Council for United States and Italy, che presiede, e del forum Italian Business and Investment Initiative, alla fine di una giornata in cui si è parlato molto del nostro paese, di aziende italiane, di possibilità di far parte del processo della globalizzazione in modo «intelligente».

Sempre ieri il Sole 24 Ore ha partecipato ai lavori della Buttonwood Conference, un incontro annuale organizzato dall’Economist dedicato ai grandi temi globali, fra i partecipanti, Olivier Blanchard, capo economista del Fondo monetario internationale, Jason Furman, il capo dei consiglieri economici della Casa Bianca, Tim Geithner, l’ex segretario al Tesoro americano. Anche al Time Warner Center, dove si è tenuto l’incontro, l’atmosfera è, nonostate la crisi greca e quella ucraina, meno pessimista di quanto non fosse alcuni mesi fa. Certo la linea ufficiale di Blanchard ad esempio è che sulla Grecia si dovranno trovare compromessi. Ma nei corridoi si dice che alla fine, anche se Atene dovesse mollare, non avrà l’impatto che molti temono sull’economia europea o sulle prospettive di crescita. Ed è Jason Furman, consigliere economico capo di Obama, a parlarci di Italia e di prospettive positive per il 2015. Furman non ha dubbi che le riforme andranno avanti e ritiene che nel nostro paese si è già data prova della volontà di cambiamento.

In una conversazione con il nostro giornale ci incoraggia stimolare il consumo: «Avete in questo momento la convergeza di vari fattori che possono aiutare l’Italia a crescere, prezzi del petrolio bassi, tassi di interesse bassissimi una Bce pronta ad aggiungere liquidità, un euro competitivo. Ma la ripresa sostenibile ci sarà quando sarà possibile far partire i consumi interni, è su questo che vi dovrete concetrare». Un altro consiglio è venuto dall’ambasciatore americano a Roma John Phillips: «L’amministrazione Obama ha organizzato un programma per attirare gli investimenti negli Stati Uniti, ha coinvolto il dipartimento al Commercio, il ministero degli Esteri, le ambasciate, a giungo avremo un incontro a Washington al quale parteciperanno decine di aziende internazionali, alcune italiane, alle quali saranno offerte opportunità per fare business in America. Ebbene io credo che l’Italia dovrebbe fare lo stesso, è ottimo andare a parlare all’estero, ma è altrettatno importante organizzare delle presentazioni sul territorio». Sono questi i due consigli più importanti in arrivo dall’America, per aiutarci a navigare le acque di questo 2015 che dovrebbe essere meno turbolento. Che le opportunità ci siano è indubbio: Alessandro Castellano, amministratore delegato di Sace, ci dice di avere clienti che possono contare fino a mille miliardi di euro di accesso creditizio presso l’azienda che guida per conquistare i mercati globali, le vere nuove frontiere per la nostra crescita, che dovrà essere fatta non solo da esportazioni tradizionali ma anche da investimenti. E spiega che legge varata dal governo Renzi potrà diminuire il costo dell’accesso al credito come succede con altre società internazionali che appoggiano l’esportazione. L’ad dell’Enel, Francesco Starace, parla di delle decine di aziende operative all’estero: la sua è presenta in 32 paesi. In America con Green Power, una delle aziende leader per la produzione di energia alternativa, e Luisa Todini, che ieri ha fatto partire in anticipo il road show per il collocamento di Poste Italiane in Borsa: «Avverrà nel 2015 – ha detto – sarà una svolta storica per il nostro paese e sappiamo che ci saranno investitori globali pronti a sottoscrivere il collocamento».

Un passaggio chiave, dunque, che potrebbe aggiungersi all’ottimismo per gli sviluppi congiunturali sul fronte cambi, petrolio e tassi, è quello verso un’apertura alla globalizzazione. Quando lo incontriamo, Marchionne ci conferma quanto sia importante avere sempre un approccio globale e aggiungere un quadro geoeconomico per dare forza alla sua idea che il 2015 sarà l’anno della svolta». L’America, o meglio l’area Nafta, sta andando bene, ma ha fatto quello che doveva fare, quando in America siamo a un tasso di disoccupazine del 5,7% siamo vicini al tasso implicito, non ci sono molti margini per migliorare. Il Sudamerica è un po’ un figlio trascurato, non riesce a rimettersi bene in carreggiata, ora finalmente emerge l’Europa e con l’Europa l’Italia. Ma dovremo andare avanti con le riforme? «Il governo Renzi ha già fatto moltissimo, e Renzi non ha certo bisogno che lo dica io, perché le cose si vedono. Le riforme andranno avanti. Il quadro è favorevole. Ora dobbiamo metterci gambe in spalla e lavorare, creare occupazione. Noi nel nostro piccolo coi 1.500 di Melfi l’abbiamo fatto».

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