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Caro Carrubba, non Le sembra comoda e ipocrita la posizione degli Stati Uniti che, separati dall’Atlantico e quindi fuori pericolo (eccezione l’11settembre), predicano e impongono democrazia suscitando guerre intestine foriere non certo di pace ma di disordine e povertà e tali (Ucraina) da poter generare una guerra in Europa? Sappiamo che esportare democrazia senza valori sottostanti è esportare un metodo di scelte politiche che può portare a conclusioni aberranti da parte di maggioranze di persecutori.

Perché la nostra pubblicistica non è un po’ più critica nei confronti di questa posizione di Obama e dei suoi predecessori (anche del Gop)?

Cesare Giussani

Quella di adeguarsi, con difficoltà, ai valori democratici prevalenti in Europa mi pare sia stata una scelta degli ucraini, non un’imposizione di Washington, dove governa un presidente insignito (forse acriticamente) del premio Nobel per la pace. In Libia, il pasticcio nel quale ci siamo lasciati invischiare non è stato certo architettato negli Usa, ma piuttosto nei palazzi di presidenti europei in cerca di rielezione. Nell’allora Jugoslavia, nel pieno della civilissima Europa, era in corso un autentico massacro di natura etnica e religiosa. Prendersela insomma sempre e soltanto con gli Usa mi sembra sbrigativo. Si possono certo discutere alcuni toni e magari appaiono troppo muscolari: ma non dimentichiamoci di essere in presenza di un Paese come la Russia che vuole riacquisire la sua dimensione imperiale e non va troppo per il sottile per raggiungere l’obiettivo, e che condiziona pesantemente le strategie europee (non a caso, inesistenti a livello comune).

Un aspetto mi lascia perplesso: perché quando gli Usa intervengono, per esempio in Medio Oriente, li si accusa (o li si accusava: ora sono diventati autosufficienti) di perseguire cinicamente i propri interessi energetici; mentre l’Europa non ha alcuno scrupolo, in sedi anche autorevoli, a lamentare che l’embargo imposto alla Russia nuoce fortemente ai propri interessi economici? Perché, per molti, i princìpi devono prevalere sugli interessi solo quando in ballo c’è l’America? Abbandonare la doppia morale e individuare una strategia comune potrebbe giovare agli interessi, non solo economici, di entrambe le sponde dell’Atlantico.

Bedajoui, presunto fiduciario

Nell’articolo del 13 febbraio scorso dal titolo «I Pm: sulle tangenti Eni Saipem rinvio a giudizio per Scaroni» si parla di Farid Noureddine Bedjaoui come del «fiduciario dell’ex ministro per l’energia algerino Chekib Khelil» e non già di presunto fiduciario, nel senso di un’ipotesi investigativa della procura suscettibile di vaglio dei giudici competenti. Dare per certa la qualifica di fiduciario del ministro è certamente erroneo e non rispettoso dell’attuale realtà processuale.

Avv. Roberto Pisano e avv. Giuseppe Staiano

(legali del Sig. Farid Bedjaoui)

Sui fronti di guerra strategia comune per Europa e Usa