La Libia da sola non ce la fa, sprofonda nell'anarchia e nella guerra civile, lo ammette anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni non escludendo un intervento armato sotto l'egida internazionale se fallisse la mediazione delle Nazioni Unite. Il 17 febbraio è l'anniversario della rivolta di Bengasi contro Gheddafi: ma ora, quattro anni dopo, esiste soltanto un'ex Libia e nel caos imperversano i jihadisti con il franchising del Califfato. A Tripoli l'ultima ambasciata occidentale aperta è quella italiana che invita i connazionali ad andarsene.
Lo staff dorme nei locali della legazione, a poche centinaia di metri dove gli islamisti nella notte hanno distrutto le ultime due moschee sufi, mandando un altro messaggio di intollerenza ed estremismo. La corrente elettrica funziona poche ore al giorno, il telefono va a singhiozzo, manca la farina e il governo di Tripoli, contrapposto a quello di Tobruk, deve attingere alle riserve strategiche. Non si pagano le pensioni, non si fanno prelievi bancari, e le milizie islamiche devastano i negozi aperti durante la preghiera o incendiano i saloni di bellezza. Una sorta di polizia islamica contro il “vizio” ma che non porta nessuna virtù.
Qual è il problema oggi? Non solo la Libia è spaccata in due, tra il governo di Tripoli in mano agli islamisti e quello di Tobruk in Cirenaica che dipende dalle schiere del generale Khalifa Heftar: ma queste fazioni sono divise al loro interno e si servono dei jihadisti dell'Isil o delle bande criminali per farsi la guerra. Anche il traffico degli esseri umani obbedisce a questa logica violenta e perversa.
Il governo di Tobruk pensa di vincere la partita con i mezzi militari e conta sull'appoggio dell'Egitto, di Mosca e degli Emirati. A Tripoli credono che saranno gli islamici meno estremisti ad aggiudicarsi la partita: ma dopo l'attentato kamikaze all'Hotel Corinthias rivendicato da gruppi affiliati al Califfato è facile immaginare che sono illusioni destinate a spegnersi nel sangue.
La mediazione dell'Onu per un governo di unità nazionale è fallita: a Ghadames le parti hanno persino rifiutato di sedersi allo stesso tavolo. Se ci sarà una missione militare aspettiamoci una battaglia dura, densa di insidie e attentati. L'eco sinistro della Somalia degli anni '90 giunge con la risacca libica dal lontano Corno d'Africa fino alle nostre sponde. Ma ora si paga quell'intervento voluto da Francia e Gran Bretagna gonfio di orgoglio e pretese velleitarie che ha lasciato l'ex Libia allo sbando.
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