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Dall’affaire-Stamina dura lezione al Parlamento

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OGGI RELAZIONE FINALE AL SENATO

Dall’affaire-Stamina dura lezione al Parlamento

La Commissione Igiene e Sanità del Senato approverà oggi la relazione predisposta dai senatori Cattaneo e D’Ambrosio Lettieri, «a conclusione dell’indagine conoscitiva su origine e sviluppo del cosiddetto caso Stamina». Mentre i giudici a Torino meditano se chiudere il processo contro Vannoni e soci con un patteggiamento, le conclusioni dei lavori della Commissione consegnano al Paese una preziosa e istruttiva disamina degli errori e degli equivoci che hanno trascinato per anni una vicenda di ciarlataneria e abusi ai danni di pazienti indifesi.
Una lezione che dovrebbe contribuire a evitare che casi analoghi si ripetano. Di come ha avuto inizio e si è svolto l’affaire Stamina, che per l’ennesima volta ci ha esposti internazionalmente al ridicolo, si sa quasi tutto. Per cui non ci si aspettano novità particolari. Sarà interessante rileggere, nero su bianco, i passaggi di alcune audizioni, benché già ascoltate. In senso sia positivo sia negativo. Così come sarà il caso di rintuzzare alcune letture fuorvianti della vicenda.

In senso positivo, le audizioni più interessanti sono state quelle del direttore generale dell’AIFA, Luca Pani, e del generale dei NAS Cosimo Piccinno. Se il caso Stamina non ha causato una devastazione morale ed economica della medicina e della sanità in Italia, lo si deve alla loro strategia di applicare rigorosamente la legge e difendere le regole della buona ricerca, di schierarsi in difesa di un metodo trasparente e controllato per accertare i fatti e di non aver avvallato losche manovre che cercavano di usare il caso Stamina per portare sotto il controllo del Centro Nazionale Trapianti trattamenti (non-provati) a base di cellule e tessuti coltivati. Un ulteriore merito di Pani e Piccinno è stato di essersi rivolti a scienziati italiani qualificati, come Paolo Bianco, Elena Cattaneo, Michele De Luca e Giuseppe Remuzzi, che nella fattispecie erano anche tra i più quotati internazionalmente, per mettere ancor più in chiaro l’inesistenza di basi scientifiche e cliniche, riuscendo così ad arginare meglio gli aggressivi appetiti degli squali che s’aggiravano intorno a un atteso pasto.

Tra le audizioni imbarazzanti, spiccano quella dell’ex-ministro della salute Renato Balduzzi e quella del Presidente del comitato etico provinciale degli Spedali Civili di Brescia, Francesco De Ferrari. Il comitato etico bresciano si è piegato a pressioni esterne e interne all’ospedale, fraintendendo le comunicazioni dell’AIFA e non controllando la validità del consenso informato, che non poteva essere tale visto che nessuno sapeva cosa contenesse la brodaglia Stamina. Un pessimo esempio sul piano dell’integrità etica, ma istruttivo delle disfunzioni che possono colpire i comitati etici.
Dall’audizione dell’ex-ministro Balduzzi, oggi componente del Consiglio Superiore della Magistratura, emerge come nella vicenda egli non abbia mai avuto il governo della situazione, facendosi condizionare prima dall’opinione pubblica e poi dalle pressioni di chi voleva portarsi via il controllo sulle procedure di sviluppo e uso dei trattamenti a base di cellule e tessuti coltivati.

Si è sentito dire nel corso delle audizioni e in diversi interventi, soprattutto di esponenti politici di sinistra, che la scienza avrebbe avuto delle responsabilità nella vicenda Stamina, perché non parlerebbe abbastanza alla società. È del tutto legittimo criticare gli scienziati, e spesso lo meritano. Ma non in questa vicenda dato che chi conosce i dettagli, come anche l’ex Ministro, sa bene quanto hanno fatto, dapprima a fari spenti e direttamente con la politica e con le istituzioni e quanto si siano spesi poi mediaticamente e internazionalmente prima di chiunque altro e al di là di quanto sia mai accaduto prima. Non ha fatto argine invece l’Ordine dei medici insieme a tutti quei medici che hanno abdicato al loro ruolo permettendo che il caso Stamina si trascinasse per anni, e quindi facendosi asfaltare da Vannoni e Andolina. Qual è l’utilità di un codice deontologico, se poi gli Ordini non intervengono quando dei loro iscritti iniettano un preparato segreto (per ammissione degli stessi somministratori), cioè trasgrediscono la prima e più elementare regola dell’etica medica?
Un contributo importante, la relazione lo potrà dare anche sulla effettiva natura dei cosiddetti trattamenti “compassionevoli”. Il termine “compassionevole” è improprio per definire un trattamento che deve rispettare le regole della buona pratica clinica, dove vige l’obbligo di non peggiorare la condizione del paziente e il vincolo di agire sulla base di aspettative ragionevoli circa gli effetti del trattamento. Per questo, sulla scia del lavoro svolto negli Stati Uniti dall’FDA, si parla di trattamenti non ripetitivi e gratuiti, che siano già stati studiati a livello sia preclinico sia clinico, e per i quali esista quindi una documentazione che attesti gli effetti osservati.

Dalle agenzie della scorsa settimana si è capito che la relazione chiederà la soppressione di una parte del decreto-legge Balduzzi (Dl 25 marzo 2013, n. 24 convertito in legge 57/2013). Richiesta opportuna, e giusta critica alla politica complice di un grave deragliamento. I lavori della Commissione sul caso Stamina hanno messo in luce anche la necessità di una revisione del Dm cosiddetto Fazio-Turco, che governa l’uso individuale e non ripetitivo di medicinali per terapia avanzata, su cui pure è intervenuto il 21 gennaio scorso il decreto ministeriale del ministro Lorenzin in attesa di pubblicazione, e l’esigenza di introdurre anche nell’ordinamento italiano dei criteri per selezionare in modo appropriato i consulenti tecnici in ambito giudiziario.
Se la vicenda Stamina dunque si conclude, rimane al Parlamento il compito di trarre un lezione e fare in modo che malati e loro familiari possano sentirsi protetti dalle istituzioni contro i ciarlatani. Prima di tutto facendo in modo che non abbia da accadere che la prosecuzione di un trattamento inutile e pericoloso o la sperimentazione di un imbroglio possano essere messi ai voti e autorizzati per via politica.

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