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Gli anni più bui e il punto di ripartenza

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EUROPA E CRESCITA

Gli anni più bui e il punto di ripartenza

«Davanti a questa troika che galoppa precipitosa, tutti i popoli si trarranno rispettosamente da parte» (il procuratore Ippolìt Kirillovich, in “I fratelli Karamazov” di Fëdor Dostoevskij). Anche il primo ministro greco, che tuonava contro l'odiata troika (Commissione Ue, Fmi, Bce), si è dovuto alfine tirar da parte, pur se ha ottenuto che la mala parola fosse sostituita, nel comunicato, da «istituzioni». Nulla di nuovo, dunque?

La vicenda europea si consuma solo in un logorante scontro/confronto fra i carnefici e le vittime dell'austerità? I polli di Renzo si beccano, l'equipaggio si limita a riordinare le sedie a sdraio sul ponte del Titanic, mentre l'economia affonda?
Fortunatamente no. Sulla scena europea c'è un palcoscenico dove si agitano attori e comprimari, ma fuori dai riflettori c'è molto di più. Ci sono le correnti profonde dell'economia, sorde ai chiacchiericci del Palazzo e mosse da istinti - gli ”spiriti animali” - più che da pensose analisi e accorate esortazioni. Gli economisti studiano da secoli il ciclo economico e sanno (quasi) tutto su come si dipanano fasi discendenti e fasi ascendenti. Ma sanno poco del punto di flesso, quel momento misterioso quando il bicchiere mezzo vuoto diventa mezzo pieno e la fiducia torna sul ponte di comando.
C'è da pensare che stiamo vivendo quel punto di flesso. Era difficile prevederlo, perché su quel momento magico incidono sia fattori di congiuntura che di struttura. La recessione non è un periodo morto, è un tempo fervoroso in cui, proprio a causa della crisi, le imprese cambiano pelle, sotto il pungolo dell'istinto di sopravvivenza. Ma non basta, per ritrovar la salute c'è bisogno anche di pungoli esterni: lo slancio dell'economia americana, un'economia cinese che continua a crescere (al 7% - orrore! - invece che al 10%), il “cambiar verso” (finalmente!) nella politica (mittel)europea dell'austerità a tutti i costi; e infine, un governo, in Italia, che ha avviato importanti riforme e che convince quote crescenti di famiglie e di imprese.
Non siamo ancora fuori dal guado. «La via è lunga e il cammino malvagio», ma g li anni più brutti ce li siamo lasciati alle spalle.

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