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Un rischio nel 5 per mille

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Scenari

Un rischio nel 5 per mille

Tra le righe del decreto «Buona Scuola» si cela una sorpresa sgradita per il mondo del volontariato. Annunciata dal premier Matteo Renzi durante la convention del Pd di domenica scorsa, l’estensione del 5 per mille alle scuole - per com’è scritta nelle bozze del decreto - rischia di penalizzare il non profit. Aggiungere gli istituti scolastici alla lista dei beneficiari senza modificare il plafond, come fa la norma messa a punto dal Miur, avrebbe infatti l’effetto di raddoppiare la platea dei possibili beneficiari a finanziamento invariato. Scatenando così una sorta di “guerra tra poveri”.

Il perchè è presto detto. Attualmente a beneficiare dei 500 milioni del 5 per mille previsti per il 2015 sono circa 50mila enti. Del gruppo fanno parte gli enti del cosiddetto volontariato (Odv e Onlus), le associazioni di promozione sociale e le associazioni e fondazioni riconosciute che operano nei settori di attività delle Onlus: per un totale di circa 39mila soggetti a cui vanno sommati gli enti della ricerca scientifica e dell'università (circa 420 circa), quelli della ricerca sanitaria (di solito un centinaio) e dei beni culturali (una ventina), le associazioni sportive dilettantistiche (più o meno 7mila) e gli 8mila comuni italiani, perché ciascun contribuente può firmare a favore delle attività sociali del proprio comune.

Aggiungere «le istituzioni scolastiche statali» a questo elenco - come fa l’articolo 28 del Dl «Buona Scuola» - significa sommare a quella preesistente una platea nuova di zecca dalle dimensioni pressoché identiche (le circa 46mila scuole italiane) e da un appeal molto forte presso le famiglie italiane. Tanto più che la stessa norma le include «di diritto tra i soggetti ammessi al riparto» mentre per le altre categorie la scrematura dei soggetti ammissibili la fa un Dpcm del governo.

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