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Quei due «rigori» segnati contro l'Aids

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italiano scopre le «tane del virus»

Quei due «rigori» segnati contro l'Aids

Nell'arco di sole due settimane la scienza mette a segno due importanti gol contro l'Hiv. Il primo successo è stato quello ottenuto dai ricercatori dello Scripps research Institute in Californa i quali hanno introdotto una nuova sezione di Dna nelle cellule muscolari delle scimmie con le istruzioni per fabbricare gli strumenti capaci di neutralizzare il virus.

Questo nuovo approccio, che imita l'azione di un nostro anticorpo, ha protetto le cavie nonostanze l'iniezione di grandi dosi di virus. Ma ieri, il secondo “rigore” all'Hiv è stato segnato dal team guidato dall'italiano Mauro Giacca, a capo dell'International centre for genetic engineering and biotechnology di Trieste, il quale ha svelato un enigma che durava dall'inizio degli anni Ottanta, cioè da quando l'epidemia di Aids cominciò a dilagare, infettando quasi 80 milioni di persone. Il rebus scientifico è perché il virus sceglie soltanto alcuni dei 20mila geni umani per integrarsi ma, soprattutto, come riesce all'interno di questi geni a nascondersi ai farmaci. Giacca e i suoi collaboratori hanno scoperto come sia proprio l'architettura del nucleo dei linfociti e le zone che il virus sceglie per localizzarsi a favorire il suo mascheramento e a impedire quindi ai farmaci oggi disponibili di sconfiggere definitivamente la malattia. Lo studio italiano rappresenta un importante passo verso lo sviluppo di nuove molecole che possano portare a una cura definitiva, a differenza dei medicinali con cui oggi riusciamo solo a rallentare la progressione verso l'Aids, senza però riuscire a eliminare l'infezione.

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