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Il Giornale della famiglia spiega i tassi bassi

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Il Giornale della famiglia spiega i tassi bassi

Può un'azienda o uno Stato essere pagato per prendere in prestito del denaro? Le leggi del buonsenso oltre che i manuali di economia e finanza suggerirebbero di no, ma in un mondo alla rovescia come quello in cui viviamo da diversi mesi, se non anni, un simile paradosso è ormai quasi all'ordine del giorno. I titoli di Stato emessi dalla Germania hanno rendimenti negativi fino a scadenze che si estendono fino ai 7 anni: è il caso più eclatante nell'Eurozona ma l'unico, se è vero che circa un terzo di obbligazioni sovrane dell'area euro viaggia sottozero e anche l'Italia ha avuto per qualche settimana il suo nel segno “meno” di fronte ai BoT.

Come siamo arrivati a questo punto, e come è possibile che esistano soggetti disposti a investire in perdita per un periodo lungo? Il Giornale della Famiglia, il nuovo inserto di divulgazione economica, nel quarto numero in edicola domani (ne sono previsti altriquattro), spiega con termini semplici le origini di un fenomeno che va sotto il nome di “repressione finanziaria” con un percorso che parte dalla crisi del debito e termina con le mosse della Bce per ridare fiato all'economia.

Nelle pagine dell'inserto saranno esaminate anche le ragioni che continuano a spingere banche, assicurazioni e fondi pensione a rincorrere i titoli di Stato nonostante i loro rendimenti negativi. Ma soprattutto le ricadute sulle famiglie nella vita quotidiana: dai mutui per le abitazioni sempre più a buon mercato agli investimenti che diventano invece ogni giorno meno remunerativi e spingono il risparmiatore ad assumersi maggiori rischi.

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