Come ha suggerito l’ex presidente della Commissione europea, Romano Prodi, per risolvere i problemi della Libia e combattere lo Stato Islamico «bisogna assolutamente che ci sia una cooperazione tra i diversi governi libici». Per questo obiettivo, anche se non in modo eclatante, come spesso le capita, si sta muovendo l’Europa, con la missione Leon e gli sforzi diplomatici delle cancellerie e di Lady Pesc, Federica Mogherini. Così in Marocco ci sono stati i primi incontri diretti tra i rappresentanti dei due governi e delle due Libie. L’Italia ha provato, dall’entrata in carica del governo Renzi, a rendere «europea» la questione degli sbarchi dalla Libia. Mare Nostrum ha lasciato il posto a Triton nell’ambito più o meno solido di Frontex, ma le risorse sono poche e la sensibilità continentale non sempre forte e costruttiva sul tema. Ora però la questione assume dimensioni naturalmente continentali: non di sola immigrazione si tratta, ma di guerra civile nel contesto drammatico dell’avanzata dello Stato Islamico. L’Europa e gli europei sono costretti a far della Libia una questione europea, l’Italia ha il compito di favorire (e guidare) questa evoluzione politico-diplomatica.
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