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La cravatta fatale di Jullian

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La cravatta fatale di Jullian

Maggiordomo Jacqueline al maggiordomo di Douglas Cooper: «Sono mrs Onassis». Il maggiordomo: «Mr Cooper non ha il piacere di conoscerla».

Picasso. Douglas Cooper, storico dell’arte, critico, collezionista. Arriva Winston Churchill, Cooper è in compagnia di Richardson e tutti e due devono andare da Picasso. Sono costretti perciò a non intrattenersi con l’ospite. Quando però arrivano da Picasso, si sentono dire: «Potevate portarlo. So che non ama i miei quadri, e così avrei potuto dirgli quello che penso dei suoi».

Porcellana. «Non amo la porcellana, è aggressiva» (Petit-Horny).

Pietà. Paolo VI voleva vendere la Pietà vaticana di Michelangelo e distribuire il ricavato tra i poveri del mondo. Daniel Wildenstein. Gran collezionista, antiquario e allevatore di cavalli di razza – gli sconsigliò vivamente l’operazione. «Ve l’immaginate? Un ebreo che vende la Pietà di San Pietro? Mi avrebbero crocifisso».

Fabbri . Dino Fabbri più rilegato che vestito.

Sedia. Lilian de Rothschild saliva al primo piano della sua palazzina su una sedia azionata da un congegno elettrico. Si trattava, naturalmente, di una sedia Luigi XV.

Antiquari. «Lei sarà onesto o farà l’antiquario?» (Jacques Kugel al figlio di un collega).

Tresca. Rosenblum ad un’amica che aveva scoperto una sua tresca: «Ti scongiuro, fallo per l'amore che mi porti. Dillo a tutti!».

Feste. «Si potrebbero dare feste sublimi in questo paese se solo ci fossero persone da invitare» (Philippe Jullian sull’India)

Cravatta. Jullian, che si tolse la vita impiccandosi a una cravatta di seta di Chavet.

Sapientoni. «Bravo, bravissimo… Il sait tout et rien d’autre», diceva Bloch quando non aveva niente di peggio da dire.

Le Corbusier. Bardi definiva Le Corbusier tirchio e opportunista. «Raccontava come l’architetto avesse fatto la corte a Mussolini e a Bottai per farsi affidare la costruzione di tre città sull’Agro Pontino». «Quando feci la prima mostra dedicata a Le Corbusier», disse Bardi, «nel 1950 gli scrissi per avere i disegni fatti in Brasile che si era riportato con sé. Gli dissi che volevo assolutamente esporli e mi rispose secco je veux les vendre. Così gli feci un assegno ed ebbi i disegni che però dovetti far reintelare».

Peggy. Peggy Guggenheim fu moglie di Max Ernst, amante di Marcel Duchamp e forse anche di Jackson Pollock. «La lista dei suoi amori è una specie di breviario dell'arte del Novecento».

Verde. Madeleine Castaing, celebre per il verde chiaro che poi fu detto, appunto, “verde Castaing”. Guardava per ore i quadretti con vedute d’interni dipinti dai piccoli pittori dell’epoca a lei più cara. Si impossessava di quegli arredi e poi li riproponeva, con pazienza ed estro, nei tessuti e nelle moquettes. Interni ideati più di mezzo secolo fa e atemporali: far diventare ciò che in altre mani sarebbe rimasto kitsch. «Tutto quello che avete è molto brutto», disse una volta la Castaing ad un'amica che le stava mostrando casa, «ma vi ammiro molto, siete riuscita a creare un'atmosfera nella quale si sta bene… brava!».

Louvre. «Non acquistate mai un originale la cui copia è al Louvre» (Nicolas Landau).

Anna. Anna Banti non volle mai prendere atto della malattia del marito. Ad un Longhi sofferente, che riusciva a malapena a camminare, diceva: «Muoviti, non hai nulla, possibile che tu sia sempre così lamentoso?». Il medico curante del marito finalmente riuscì a farle capire che Longhi stava morendo. Allora Anna prese a dare testate contro il muro, con una tale forza che le si staccò la retina.

Donnaiolo.«Berenson era minuto, con una barbetta appuntita, tutto lindo e ordinato. Aveva fama di infaticabile donnaiolo fra le dame intelligenti e mia moglie ne verificò la nomea» (Frank Davis)

Notizie tratte da: Alvar González-Palacios, Persona e maschera. Collezionisti, antiquari, storici dell'arte, Archinto, Milano, pagine 265, 17 euro.

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