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Per uno Stato moderno bisogna delegiferare in modo intelligente

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Scenari

Per uno Stato moderno bisogna delegiferare in modo intelligente

Dopo Craxi, Berlusconi. Chiunque tenti di cambiare verso al Paese sbatte contro questo insuperabile potere di interdizione cultural-mediatico. Hai voglia, caro Matteo Renzi, a inasprire le pene, aumentare la prescrizione, introdurre nuovi reati! Ti stanno sussurrando: “Matteo, stai sereno” e lo dicono al premier, più che a Maurizio Lupi o ad Angelino Alfano che non contano. Fra l’altro provvedimenti solo per cercare di ingraziarsi gli elementi più forcaioli e giustizialisti del sistema, ma che non servono a debellare la corruzione, alimentata dalle inefficienze dello Stato, dall’enorme quantità di norme, che si modificano in continuazione, dalla mancanza di controlli seri e semplici, per lo più ormai demandati, fra l’altro, alla tecnologia (ti piazzo un autovelox, una telecamera, e mi salvo la coscienza), dalla discrezionalità (arbitrio?) di chi deve applicare le regole. A cosa serve una maggiore severità formale se non si comincia con una svolta, premiando il merito e il senso di responsabilità, in modo che non sia necessario avere una raccomandazione o una conoscenza anche per parcheggiare? Non farti ricattare, caro premier, tieni duro, come hai tentato di fare altre volte («Ce ne faremo una ragione»), anche se questa volta il nemico da battere è molto più forte, anche perché subdolo, quasi invisibile ad occhio nudo. Ma tieni duro ugualmente e vai al cuore del problema - snellimento burocratico ed efficace e rigoroso meccanismo di premi e punizioni per tutto il personale pagato dallo Stato - o rivolgiti agli italiani che, nonostante tutto, penso, ti daranno ragione.

Enrico Venturoi

Roma

Dopo Craxi, Berlusconi…e aggiungerei, anche se con diverse sfumature e in diversi contesti, tutti gli altri capi di governo, fino appunto a Renzi. Che i “poteri d’interdizione” abbiano svolto storicamente in Italia un ruolo fortissimo è un dato accertato. I veto-player costituiscono un partito-non partito sempre all’opera, che a volte predilige (in modo “subdolo”, per stare a una sua parola) schermarsi dietro posizioni formalmente ineccepibili (tipo il richiamo ai “check and balance”, controllo e bilanciamento reciproco) volte a mantenere l’equilibrio tra i vari poteri all’interno dello Stato. Ovvio che questo equilibrio debba essere in generale assicurato. Meno ovvio che sia usato strumentalmente per bloccare ogni cambiamento e che si colga ogni occasione per frenare e rinviare. Se Renzi terrà duro fino e in fondo lo vedremo, verificando successi, errori e ritardi. Di sicuro se non si mette mano a una delegificazione intelligente e a una sburocratizzazione degli apparati statali non ci saranno né ripresa né ammodernamento.

.@guidogentili1

Precari e Jobs Act

Secondo la Fondazione Consulenti del Lavoro, oltre l'ottanta per cento delle nuove assunzioni corrisponde a stabilizzazioni di precedenti rapporti precari, dovuti all'incentivo contributivo previsto nella legge di stabilità. C'era bisogno di rivoluzionare lo Statuto dei Lavoratori, obbietterebbero i gufi? Sì, perché un conto è trasformare un precario in un precario a scadenza, altra cosa è stabilizzarlo con tutti i suoi diritti e garanzie. Tra due anni, quando la crescita delle tutele primogenite dovrebbe giungere a maturazione, potremo giudicare con più lucidità.

Lettera firmata

Il rapporto Anac

Con riferimento alla notizia pubblicata sul Sole 24 Ore del 18 marzo 2015, “Rapporto Anac – Trasparenza inapplicata da 4 authority su 8”, l’Autorità per l’energia elettrica il gas ed il sistema idrico precisa essere stata adempiente, nel rispetto dei tempi, agli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa sulla trasparenza, come attestato dalla versione odierna del Report Anac, che dà correzione al dato precedentemente indicato sull’Autorità.

Cecilia Gatti

Direttore Direzione relazioni esterne e istituzionali, divulgazione e documentazione dell’Autorità

per l’energia elettrica, il gas ed il sistema idrico