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Manzoni e le promesse del cinema

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Manzoni e le promesse del cinema

Promessi Sposi. «Per me I promessi sposi non si dovrebbero fare» (Riccardo Bacchelli prima di approvare «con un'alzata di spalle» la sceneggiatura del film di Mario Camerini, nel 1940).

Sordi. «Speriamo che non facciano fare don Abbondio ad Alberto Sordi» (Libero Solaroli, regista e produttore, in una lettera del 1956 a Guglielmo Alberti).

Lux. La Lux Film, che aveva già prodotto un film sui Promessi sposi, realizzato da Camerini «in anni (1940-1941) di conformismo fascista», alla fine del 1954 manifestò l'interesse per una nuova trasposizione cinematografica del romanzo. Dove si percepisce anche «il desiderio di far dimenticare l'untuosità provinciale» di quella pellicola.

Visconti. La Lux Film, in cambio di un assegno di centomila lire, interpellò un gruppo di esperti, scrittori in prevalenza. Risposero fra gli altri l'inglese Archibald Colquhoun, Mario Soldati, Alberto Moravia, Riccardo Bacchelli, Giorgio Bassani. Su tutti gli interventi prevalse la proposta di Bassani. Regista designato, Luchino Visconti. Il film concordato sarebbe stato diviso in due episodi di due ore ciascuno: in due quadroni «secentescamente disegnati dai deliri della fame, dalle febbri e dai brividi dell'infezione di peste. I due episodi sarebbero stati intitolati «Il pane e La peste». Scaletta pronta nel febbraio del 1956. Inizio previsto delle riprese nel 1957. Rinvii continui fino al 1963, quando il progetto fu definitivamente accantonato.

Signora di Monza. «Ho cominciato a pasticciare attorno a un embrione di trattamento […] fino all'entrata in scena della Signora di Monza, per intenderci. Ho visto due volte il precedente film di Camerini, dove questo personaggio è trattato in modo veramente indecente» (Giorgio Bassani a Guglielmo Alberti il 13 maggio 1955).

Personaggi. «I personaggi del Manzoni, presi da soli, senza la storia di cui sono vittime e attori e che li anima e li sorregge, hanno spesso una psicologia molto semplice per non dire povera» (Alberto Moravia, commentando il trattamento di Bassani).

Monaca. Settembre 1961, Visconti accetta di girare un provino per un film sulla Monaca di Monza. Pochi i testimoni, tra i quali Carlo Ponti, il produttore che gli ha proposto di girare il film. Davanti alla macchina da presa, suor Virginia è Sofia Loren. Nel cast c'è anche Alain Delon.

Film. Visconti «pensava a un film che scaturisse dal vero della storia; e, insieme, dal romanzo ottocentesco del Manzoni. [Gli] interessava la dannazione di un'anima. Era da escludere il ravvedimento, il “supplizio volontario”, cui accenna Manzoni nel capitolo XXXVII dei Promessi sposi» (Nicolò Rossi). Il film non si fece, Visconti cominciò a pensare al Gattopardo.

Trattamento. «XLIV) Il lazzaretto. Renzo trova padre Cristoforo. Fra Cristoforo gli fa vedere don Rodrigo. Incontro con Lucia. Scioglimento del voto.
XLV) A Olate. Commento finale di don Abbondio: “Ah!... se la peste facesse sempre e per tutto le cose in questa maniera, sarebbe proprio peccato il dirne male: quasi quasi ce ne vorrebbe una, ogni generazione; e si potrebbe stare a patti d'averla; ma guarire, ve'”» (dalla proposta di scaletta per I promessi sposi).
Flashback. Un trattamento dei Promessi sposi commissionato da Carlo Ponti a Pier Paolo Pasolini e Ennio De Concini. Articolato come un lungo flashback (Renzo e Lucia, già sposati, raccontano ai figli la loro storia lungo il tragitto che li riporta a Bergamo), accantonato e riscoperto solo nel 1985.

Notizie tratte da: Promessi sposi d'autore. Un cantiere letterario per Luchino Visconti, a cura di Salvatore Silvano Nigro, Silvia Moretti, Sellerio, Palermo, pagg. 196, € 16

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