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La statistica dà ragione alla mediazione

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INTERVENTO

La statistica dà ragione alla mediazione

Negli ultimi vent’anni l’Italia ha rappresentato un laboratorio straordinario per misurare l'effetto deflattivo del ricorso alla mediazione sulla giustizia civile. Due i fattori che hanno reso unica al mondo l'esperienza italiana: il rapido susseguirsi di leggi volte a regolare e incentivare la mediazione; la raccolta sistematica dei dati da parte del ministero della Giustizia. Proprio i dati statistici hanno rappresentato terreno di scontro frequente tra favorevoli e contrari alla mediazione (si veda anche l’inchiesta sul Sole 24 Ore di lunedì 23 marzo). Incrociando l'andamento dei flussi dei procedimenti civili e le statistiche della mediazione degli ultimi anni, tuttavia, quattro dati emergono incontestabili:

- le materie per le quali è previsto come obbligatorio il primo incontro gratuito di mediazione coprono solo il 7% delle cause civili iscritte al ruolo nei tribunali ordinari: poco più di 200mila rispetto 2,7 milioni(nel 2014);

- nelle materie oggetto di mediazione la diminuzione delle iscrizioni in tribunale nel 2014 è del 15%, molto più consistente della diminuzione, di pochi punti percentuali, nelle materie non soggette a obbligo di mediazione. Ma la ”prova del nove” dell'effetto mediazione è il dato relativo al periodo (da fine ottobre 2102 a fine settembre 2013) in cui è venuta meno l'obbligatorietà della mediazione per effetto della sentenza della Corte costituzionale: in quelle stesse materie si registra infatti un incremento del 9% di iscrizioni in tribunale. Estendendo il novero delle materie soggette a mediazione si potrebbe quindi giungere a un effetto deflattivo del 15% sulle nuove cause in tutto il settore civile;

- il tasso medio nazionale di successo della mediazione è del 48% quando le parti decidono volontariamente di proseguire la procedura oltre il primo incontro. Anche in termini di tasso di successo, quindi, il nuovo modello vince il confronto con quello nel 2012: allora, infatti, il tasso di successo era del 43% e il numero delle mediazioni inferiore. Al 48% di successo in mediazione va poi aggiunta la percentuale di accordi che si trovano non durante la procedura, ma grazie ad essa, di norma poco tempo dopo. Uno studio dell'Università di Firenze ha calcolato questa ulteriore percentuale di successo nel 28%;

- nonostante una crescita nel 2014 delle mediazioni su provvedimento del giudice rispetto al totale dei processi pendenti (5,1 milioni) ,le mediazioni delegate dai giudici sono appena 6.742 ( 0,01%). Il motivo principale? La valutazione di produttività dei magistrati si basa sul numero dei provvedimenti emanati, ignorando (e anzi disincentivando) il lavoro del giudice volto a favorire la mediazione e la risoluzione bonaria delle liti in genere.

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