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Milano piange le vittime del Tribunale

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funerale di stato con mattarella

Milano piange le vittime del Tribunale

Il Duomo di Milano ieri era gremito di autorità, parenti, amici e familiari delle vittime. Tutti riuniti per dare l’ultimo addio al giudice fallimentare Fernando Ciampi e all’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani, uccisi giovedì 9 aprile nel tribunale di Milano da Claudio Giardiello, imputato per bancarotta fraudolenta.

Per loro si è deciso il funerale di Stato, mentre poco più lontano, nel Duomo di Monza, è stato celebrato anche quello della terza vittima, Giorgio Erba, che nel processo di Giardiello era il coimputato (ed è qui che in forma privata si è recato il presidente del Senato Pietro Grasso).

Sopra le bare sono state appoggiate le toghe, quelle che il magistrato e il legale indossavano durante la loro attività nelle aule di giustizia. È arrivato a Milano anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha parlato ai familiari separatamente, nella cripta del Duomo, con parole definite «intense». Poi i parenti più stretti sono andati verso il portone principale per accogliere i feretri e accompagnarli fino all’altare, per la celebrazione presieduta dall’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola.

Presenti, nel primo bancone, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, i presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Pietro Grasso, il prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca, il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini e il presidente della Corte d’Appello di Milano Giovanni Canzio. C’erano anche l’ex procuratore Francesco Saverio Borrelli, Umberto Ambrosoli, le parlamentari di Forza Italia Maria Stella Gelmini accompagnata dall’ex sottosegretario Giacomo Caliendo, Daniela Santanché e Laura Ravetto, i parlamentari del Pd Ivan Scalfarotto ed Emanuele Fiano e l’ad del Milan Adriano Galliani. Ha assistito alle cerimonia anche Stefano Verna, il commercialista rimasto ferito nella sparatoria. Bandiere a mezz’asta a Milano per il lutto cittadino: il sindaco Pisapia ha invitato tutti i cittadini a osservare un minuto di silenzio in ricordo delle vittime. «Bisogna andare avanti uniti contro qualsiasi tipo di violenza – ha detto fuori dalla chiesa il primo cittadino milanese. Occorre uno scatto d’orgoglio per superare il momento di dolore. Adesso non si possono fare polemiche».

L’arcivescono Angelo Scola ha parlato di brutalità ma anche di speranza. «Una sconvolgente circostanza ci ha convocati in questo Duomo, in qualche modo come rappresentanti di tutti i milanesi e non solo. Il nostro cuore è ancora colmo di angoscia per l’orrore di tre brutali omicidi e di due ferimenti». Con queste parole Scola ha aperto l’omelia. «Quasi impossibile trovare le parole per i familiari e gli amici delle vittime – ha proseguito Scola –. Questa tragedia ci lascia ancora più sconcertati perché si è consumata in un luogo emblematico, un pilastro costitutivo della vita civile del Paese».

Scola ha definito la sparatoria «una tremenda espressione di un male inaccettabile». «Come porvi rimedio? Come stare di fronte alle bare di questi nostri fratelli a cui la vita è stata rubata in modo tanto atroce e sconvolgente?», ha detto ancora durante l’omelia. «L’amore può vincere realmente la morte, anche questa orribile morte, ce lo insegnano i familiari delle vittime».

Il giudice e l’avvocato sono stati definiti «testimoni giusti, perché quotidiani e discreti servitori del bene comune». Infine non sono mancate parole nemmeno per il colpevole, l’uomo che è entrato nel tribunale di Milano la mattina del 9 aprile per partecipare all’udienza per bancarotta fraudolenta della Magenta Immobiliare, azienda edile di sua proprietà fallita nel 2008, ma che poi inaspettatamente ha ucciso tre persone, ferendone altre due. Giardiello è entrato nelle stanze con una pistola riuscendo a passare nel varco senza metal detector, evitando i controlli delle guardie fingendosi avvocato. Poi ha impugnato l’arma e ha fatto fuoco sull’avvocato Appiani e sul suo coimputato Erba. Poi ha ferito al primo piano un commercialista, per dirigersi direttamente al secondo piano nell’ufficio del giudice Ciampi, colpito a morte. Giardiello ha gettato nel panico tutto il tribunale, sparando in tutto 13 colpi.

«Le vittime innocenti di questo sciagurato pluriomicida ci chiedono almeno di pregare perché Claudio Giardiello, attraverso la giusta pena espiatoria, prenda consapevolezza del male compiuto fino a chiederne perdono a Dio e agli uomini che ha colpito così brutalmente».

Le centinaia di persone presenti in piazza Duomo hanno applaudito le bare dell’avvocato Appiani e del giudice Ciampi, mentre venivano portate fuori dalla chiesa.