Un’industria dei servizi digitali al servizio dell’industria delle reti: il panel dedicato alle tlc dal Forum EY indica la strada per la trasformazione del settore. «Abbiamo importanti investimenti sulle nuove reti – dice Simone Battiferri, chief of business Telecom Italia – ma solo il decollo della nuova banda ultralarga li renderà sostenibili». Servono servizi e ancora servizi. «Peccato – aggiunge – che l’Europa sia in ritardo, tutte le principali società di digital services sono made in Usa».
Manlio Costantini, chief of enterprise di Vodafone Italia, intravede due trend da cui difficilmente si tornerà indietro: «Il primo sono i servizi per supportare l’internazionalizzazione delle aziende. Il secondo è l’internet delle cose, con più di 4 miliardi di oggetti già connessi alla rete». Eppure su quest’ultimo punto, rileva Steve Stathis Tzikakis, senior vice president SAP, «il potenziale è ancora enorme: si calcola che il 99,8% degli oggetti che possono essere connessi a internet» sia ancora off-line. Anche l’industria dei vecchi “costruttori” di rete si adegua alla trasformazione digitale. «Mobile, banda larga e cloud – commenta Jean-Philippe Poirault, head of strategy & portfolio di Ericsson – sono i tre pilastri del cambiamento. Come Ericsson, abbiamo aumentato il business nel software e nel segmento It, principalmente in due aree: sistemi di gestione informatica e revenue management». Anche l’industria dell’editoria, già da tempo, si è attrezzata. E non mancano idee dirompenti. La nuova frontiera nei rapporti tra innovazione e privacy – racconta Alceo Rapagna, chief digital officer di Rcs – è proporre direttamente ai consumatori l’utilizzo commerciale dei loro dati personali generando nun profitto condiviso. Un fermento che non può che far piacere al mondo del private equity: «L’It continua a essere interessante per gli investimenti – osserva Maurizio Bottinelli, head of investment team di Clessidra –. Un consiglio ai player è concentrare in misura maggiore l’attenzione sulle vere esigenze e le richieste degli utenti finali».
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