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Precompilata, le anomalie che fanno un indizio

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Precompilata, le anomalie che fanno un indizio

Sono le storie raccolte nelle sedi dei Caf oppure in rete - ma niente affatto virtuali - a raccontare in presa diretta il debutto della grande operazione che dovrebbe consentire a circa 20 milioni di lavoratori dipendenti e pensionati di ricevere il modello 730 precompilato. Un debutto in via “sperimentale”, sul quale l’agenzia delle Entrate ha fatto investimenti importanti. Di certo in termini di impegno, immagine e comunicazione. Probabilmente anche per lavoro impiegato e risorse utilizzate.

I bilanci si fanno sempre alla fine. Al momento, tra le prime reazioni dobbiamo registrare i tanti lettori che si dicono soddisfatti, accanto però a non poche segnalazioni di anomalie. Finora meno del 5% dei potenziali interessati ha visualizzato il proprio 730 e serve quindi altro tempo per valutare l’intera operazione. Solo dopo il 7 luglio, quando il “nuovo” modello dovrà essere inviato all’agenzia delle Entrate, potremo azzardare un giudizio complessivo sull’efficacia dell’iniziativa. E solo allora sapremo quanti contribuenti lo hanno consultato, quanti lo hanno poi utilizzato, quanti lo hanno corretto, integrato, rifiutato e così via. E potremo finalmente capire se abbiamo fatto un passo importante sulla strada della semplificazione.

Restiamo però al presente: la fase sperimentale del modello 730 precompilato esclude dal modello numerosi dati, primi fra tutti quelli su spese mediche e altri oneri.

Ciò impone a molti contribuenti di modificare il prospetto predisposto automaticamente dall’Agenzia, così da inserire le spese e oneri detraibili e recuperare i crediti fiscali: vanificando però uno dei possibili benefici dell’operazione, ovvero quello di evitare tutti i controlli formali, anche quelli previsti ai fini dei rimborsi superiori a 4mila euro. È un limite che conoscevamo, si dirà, e che sarà via via superato, quando l’agenzia delle Entrate strutturerà la raccolta di molti di questi elementi attualmente non a disposizione del fisco. Il che ovviamente è vero. Ma non si può ignorare che, nonostante gli sforzi dei quali va dato atto all’Agenzia, emergono con preoccupante frequenza segnalazioni di anomalie, di dati scorretti, di errori, di quadri incompleti che arrivano sia dai Caf, sia dai contribuenti. E ciò accade anche laddove questi elementi dovrebbero essere facilmente reperibili dal fisco.

Il vero problema riguarda quindi l’affidabilità degli archivi dell’anagrafe tributaria e dei dati in essi contenuti. Si prenda l’esempio dei dati immobiliari. Molti segnalano che il modello 730 riporta elementi non corretti o incompleti. Ma che cosa non sta funzionando? Il software che deve ”pescare” questi dati dal Catasto o dall’anagrafe immobiliare e inserirli nei righi del 730 oppure, cosa più grave, il problema sta a monte e gli errori sono addirittura nei dati catastali? Ci sono poi le anomalie sulle certificazioni dei sostituti di imposta per chi ha più datori di lavoro nel corso dell’anno; talvolta manca l’indicazione dei dati sui familiari a carico; molti segnalano problemi per gli interessi passivi sui mutui e persino sui contributi Inps delle colf. Insomma, tanti “bachi” su casi in cui, in realtà, ci si doveva aspettare una maggiore affidabilità del sistema di incrocio degli archivi che invece non c’è stata.

La semplificazione, quindi, si vede ancora poco ed evidentemente bisognerà anche lavorare a monte, sulle norme sottostanti. Intanto, chi scarica il modello deve verificare i dati, deve correggere quelli sbagliati. Non senza qualche assurdità: per esempio, chi non si accorge di un onere non corretto a suo favore, rischia addirittura la sanzione per dichiarazione infedele! In generale, però, questo sistema e le difficoltà oggettive nel controllare i dati impongono a molti contribuenti di rivolgersi al Caf o al professionista. I quali, tra aumento delle responsabilità e maggiori complicazioni legate ai controlli da fare sui dati inseriti nella precompilata, hanno aumentato le tariffe.

Esagera chi parla apertamente di flop dell’operazione 730. Si tratta, in definitiva, di una sfida importante che, in prospettiva, potrà anche semplificare la vita fiscale di molti cittadini. Al tempo stesso, però, sarebbe onesto riconoscere che la strada da percorrere è ancora molto lunga.

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