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Il G7 rilancia la funzione delle parti sociali

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INDUSTRIA, scienza E CRESCITA

Il G7 rilancia la funzione delle parti sociali

Il G7, il gruppo dei leader dei sette maggiori Paesi industrializzati (Germania, Francia, Italia, Regno Unito, Usa, Giappone, Canada) più una rappresentanza istituzionale Ue, si riunirà in Germania domani e lunedì per discutere i principali problemi di politica estera e della sicurezza, dello sviluppo economico sostenibile e delle libertà commerciali internazionali. Sono i Paesi che generano quasi i due terzi del Pil mondiale e che si riconoscono nei valori della libertà e dei diritti umani, della democrazia e della legalità. Questa è la portata delle sfide del summit che si riunisce una volta all'anno sotto la presidenza a turno di un Paese membro (la Russia essendo stata ibernata nel 2014 con la crisi della Crimea). In vista del G7 esaminiamo alcuni temi industriali e scientifici sottraendoci alla tentazione di caratterizzare il vertice con qualche slogan .

Il metodo Merkel. Data la natura di gruppo informale del G7, che non ha né statuti né una struttura organizzata, spetta alla presidenza di turno fissare l'agenda. A noi interessa sottolineare che nei lavori preparatori il cancelliere Merkel s'è impegnata in un dialogo inclusivo con la società civile dei Paesi del G7 incontrandone varie rappresentanze tra cui quelle della comunità scientifica e delle imprese, dei sindacati, delle organizzazioni non governative e giovanili. Per gli scettici queste iniziative possono apparire inutili. Non è così per almeno due ragioni. La prima è che questa impostazione politica esprime i principi dell'economia sociale di mercato per i quali la Germania attribuisce alle rappresentanze e alle competenze specifiche un ruolo significativo. La seconda è che il cancelliere Merkel, con la sua esemplare serietà, ha dialogato nel merito con almeno due rappresentanze (quella industriale e quella scientifica) che a noi interessano per l'impulso alla tecnoscienza, alla quale sono sottesi anche valori.

Il ruolo dell'industria. Il 20 maggio a Berlino i presidenti delle principali associazioni industriali del G7 sotto la presidenza di Ulrich Grillo (federazione delle industrie tedesche) ed essendo presenti anche Confindustria (Giorgio Squinzi) e Businesseurope (Emma Marcegaglia), hanno illustrato al cancelliere Merkel un eccellente documento “Industrial innovation for a sustainable world. Recommendations from the B7 to the G7”. La prima raccomandazione del B7 (Business 7) è quella di promuovere gli investimenti per la crescita economica in quanto la stabilizzazione dopo la crisi non ha risolto i problemi per una ripresa della crescita sostenibile. Sono perciò necessari più investimenti pubblici e privati, riforme strutturali (tra cui la rimozione di ostacoli burocratici), politiche fiscali sane ma che tengano conto della caduta del potenziale di crescita nei Paesi sviluppati e in quelli emergenti. Bisogna riportare il “motore globale degli investimenti” a una normale (e maggiore) velocità, rivalutare gli investimenti e le politiche per la ricerca e sviluppo e più in generale l'innovazione per promuovere una maggiore dinamica della produttività sul lungo termine.

Le altre raccomandazioni riguardano il commercio mondiale, le politiche energetiche e sul cambiamento climatico, l'uso efficiente delle risorse. Sono temi che hanno anche una forte caratura socioeconomica ai quali si è aggiunto quello sugli standard Ocse per la responsabilità sociale di impresa che tutte (e in particolare le multinazionali dovunque operanti) dovrebbero rispettare per la salute e la sicurezza dei lavoratori aderendo anche a un nuovo fondo assicurativo per le vittime degli infortuni e le loro famiglie. Questa valutazione delle rappresentanze industriali del G7 testimonia una visione alta del ruolo attribuito dagli imprenditori alle imprese nei Paesi sviluppati. Ruolo sottolineato nel comunicato finale congiunto tra Ulrich Grillo e Angela Merkel.

Il ruolo della scienza. Un'altra raccomandazione degli industriali presenta temi in comune con quelli che le Accademie scientifiche nazionali del G7 (tra cui quella dei Lincei) hanno elaborato con mesi di lavoro coordinato da Jörg Hacker, presidente della Accademia nazionale della Germania “Leopoldina”. Si tratta del problema dell'emergere di resistenze agli antibiotici e di quello delle malattie tropicali che mettono a rischio le popolazioni più povere. Le accademie hanno trattato della urgente ricerca di nuovi farmaci, di metodi diagnostici, di prevenzione e di trattamento. Queste raccomandazioni (a cui s'è aggiunta quella sull'utilizzo sostenibile degli oceani) sono state illustrate il 29 aprile a Berlino dal presidente Hacker al cancelliere Merkel che a sua volta ha indirizzato ai rappresentanti delle accademie una riflessione di lucida sostanza sui temi citati. Segno evidente della sua serietà e preparazione ma anche di quella dei suoi collaboratori. Importante è anche che gli industriali abbiano ripreso questi problemi nei termini della sostenibilità dei sistemi sanitari in connessione alla ricerca e alla innovazione. Alla sottolineatura sul valore sociale dei sistemi sanitari si è affiancata quella del connesso sistema industriale che è tra i più importanti con grandi prospettive di sviluppo e di innovazione.

Una conclusione. Spesso le cronache sui summit enfatizzano il ruolo delle personalità partecipanti selezionando poche battute ad effetto sui problemi alla ribalta.Con la nostra riflessione abbiamo voluto spiegare come il G7 in Germania sia stato preparato in modo eccellente anche dagli imprenditori e dagli scienziati e come il cancelliere Merkel (che certamente si avvale anche di ottimi “sherpa”) li abbia presi seriamente in considerazione. È un esempio molto importante che auspichiamo venga seguito anche dall'Italia quando nel 2017 le toccherà la presidenza del G7.

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