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Consulenza, segnali di fiducia

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congiuntura

Consulenza, segnali di fiducia

Il Management consulting anticipa il trend positivo dell’economia italiana e con una crescita del 6% nell’ultimo anno ritorna ai livelli pre-crisi. È questo il risultato dell’Osservatorio sul Management consulting in Italia sviluppato in partnership tra Confindustria Assoconsult e il team di ricerca del professor Corrado Cerruti, Simone Borra e Andrea Appolloni dell’Università di Roma Tor Vergata, presentato nel corso degli Stati Generali dell’associazione a Roma, alla presenza di più di 80 società di consulenza italiane e multinazionali.

L’Osservatorio, giunto alla sua sesta edizione e avviato nel 2008, cioè nell’anno pre-crisi, conferma ancora una volta come il nostro settore anticipi gli andamenti dell’economia sia nelle crisi (la consulenza è per definizione una spesa discrezionale, la prima a essere tagliata quando le cose vanno male) sia nella ripresa (la consulenza aiuta le aziende a rinnovarsi per poter sfruttare le opportunità di mercato al termine delle crisi). Il Rapporto è stato presentato nell’ambito di una giornata dedicata al ruolo del Management consulting nell’era della digitalizzazione, in cui sono state raccontate testimonianze come quella di Artsana (marketing digitale) e di WIdiba Bank (la nuovissima banca nata da Mps sul modello rivoluzionario delle banche digitali che assecondano i bisogni dei clienti superando i numerosi vincoli del sistema finanziario italiano).

Nel corso di una tavola rotonda che ha poi visto la partecipazione di Ars et Inventio, Pwc Consulting, Accenture e Innext, è emerso come «nell’economia della conoscenza il valore è immateriale e gli asset fisici siano sempre meno rilevanti». Ecco quindi come il ruolo della consulenza sia fondamentale perché grazie all’aggiornamento continuo e all’approccio empatico fornisce un apporto fondamentale per lo sviluppo competitivo del business.

Se il nostro settore nell’ultimo anno è tornato a crescere in maniera significativa (+5,7% in media e +10,5% per le società con più di 50 consulenti), superando dopo cinque anni i valori ante-crisi, è perché prima di altri i consulenti hanno saputo intuire, interpretare e rianalizzare gli effetti della crisi.

Per questo le stime ci dicono che si prevede una crescita superiore al 5% anche per il prossimo anno. Stiamo parlando di un vero e proprio motore per ripartire, se pensiamo che il nostro settore impiega circa 30mila professionisti (+2,1% rispetto al 2013).

Se però l’incremento dello spending delle grandi aziende ha guidato lo sviluppo del mercato della consulenza nel settore privato negli ultimi cinque anni, la nota dolente continua a essere il rapporto della consulenza di management con la Pubblica amministrazione, in riduzione del 25% rispetto al 2008 e inferiore del 30% rispetto agli altri Paesi europei in rapporto con il Pil. In questo senso è risultata positiva l’uscita del bando Consip, lo scorso mese, per una convenzione che coniuga l’implementazione dei sistemi Ict con la ristrutturazione organizzativa e dei processi della Pubblica amministrazione. Dando spazio, al fianco delle tradizionali società informatiche, anche alle società di consulenza, indipendentemente dalla loro dimensione e in relazione alla capacità organizzativa e innovativa che verrà valutata in maniera preponderante nel bando.

Siamo convinti che i tempi siano finalmente maturi perché le società di consulenza in Italia ritornino a essere partner della Pa nel suo sviluppo, come già accade negli altri Paesi europei.

Oggi, sia per l’assottigliarsi della crisi, sia per la presenza di un Governo stabile, che sembra aver fatto del decisionismo la sua carta vincente, si offre a noi consulenti l’occasione di dimostrare l’efficacia del nostro settore a una platea più ampia. Un’occasione che non ci lasceremo sfuggire.

Presidente Assoconsult