La Grecia, o meglio Grexit, sembra essere diventata un’ossessione per Wolfgang Schäuble. Nonostante ieri alcuni importanti tasselli del (possibile) terzo salvataggio fossero andati a posto, il ministro delle Finanze tedesco è tornato sulla sua convinzione che la Grecia farebbe meglio a restare fuori dall’euro per cinque anni. Sarebbe un modo, ha aggiunto, per permetterle di ristrutturare il debito come non le sarebbe mai permesso all’interno dell’Unione monetaria. La sua voce in Europa appare sempre più isolata, e anche se ha garantito il suo impegno per far approvare oggi al Bundestag l’avvio dei negoziati sul bailout della Grecia, rischia alla lunga di alienarsi qualche simpatia di troppo. Alcuni suoi collaboratori lo descrivono stanco, quasi affranto e molto irascibile, proprio a causa della crisi greca. E non più in grande sintonia con il cancelliere Angela Merkel pur essendone l’ideologo della politica europea. Ieri perfino l’Austria, Paese tradizionalmente vicino alle posizioni ortodosse della Germania in termini di disciplina di bilancio, ha preso le distanze dall’ossessione di Schäuble. Il cancelliere Werner Faymann, socialdemocratico, è stato addirittura molto critico: «E’ completamente sbagliato, sbagliato anche sotto il profilo morale, Grexit sarebbe stata l’inizio di un lungo processo di declino dell’Europa», ha detto. Aspettiamo parole simili dai fedeli olandesi. Intanto anche i “duri” finlandesi hanno approvato in parlamento l’avvio dei negoziati.
(A.Ger.)
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