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Lockheed, Alenia e la difesa Ue

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SFIDE INDUSTRIALI. LOCKHEED COMPRA SIKORSKY

Lockheed, Alenia e la difesa Ue

Per Wall Street, la fusione tra Lockheed e Sikorsky è una delle tante operazioni annunciate in un periodo di straordinario fermento nel mercato del merger & acquisition. Ma per il Governo americano, per il Pentagono e per l'intera industria mondiale della difesa e dell'aerospazio - a cominciare da quella europea - la sfida industriale e tecnologica lanciata dai due gruppi va ben oltre il bersaglio finanziario.
Con l'ok dell'antitrust, infatti, potrebbero presto unirsi il più grande produttore di elicotteri del mondo (Sikorsky) con il più importante costruttore di aerei da combattimemento e da trasporto, di missili convenzionali e strategici e soprattutto leader indiscusso nei servizi e nelle tecnologie di spionaggio.

Lockheed, per avere un'idea di chi parliamo, è il costruttore degli F35, i nuovi caccia interforze e multiuso alla cui realizzazione (e manutenzione) partecipa anche l'Alenia del gruppo Finmeccanica: e con la stessa Lockheed, anche Agusta Westland - altra società del gruppo Finmeccanica - si aggiudicò nel 2005 l'appalto per la fornitura alla Casa Bianca degli elicotteri presidenziali, noti anche come «Marine One», strappandolo proprio alla Sikorsky che per bloccare l'operazione si affidò al Congresso Usa. Ma a parte questi aspetti di collaborazione tecnologica e industriale, che rappresentano comunque un vanto per l'industria italiana, la fusione tra i due big americani pone questioni industriali e strategiche che vanno ben oltre i confini del Nord America.

Se l'antitrust Usa approverà infatti l'operazione, sarà chiaramente una scelta di politica industriale: il consolidamento dei fornitori della difesa è un processo avviato negli anni 90 per volontà della Casa Bianca, che per far scendere da 16 a 6 i fornitori primari del Pentagono contò sul placet dell'antitrust. In Europa, al contrario, le maxi-fusioni nella difesa e nell'aerospazio sono rimaste un'utopia: basti pensare al naufragio della fusione tra Bae Systems e Eads, bloccata per l'intervento di stampo “nazionalista” dei vari governi europei azionisti delle due società. Risultato: se nel 1991 i primi 10 gruppi del settore (quasi tutti Usa) rappresentavano circa il 40% dei ricavi delle prime 100 imprese della difesa, oggi le prime 10 società (quasi tutte Usa) controllano oltre il 60% del mercato.

Con la fusione appena annunciata, la concentrazione sarà anche maggiore. Che cosa intende fare dunque l'Europa? Restare alla finestra non è più possibile. Imprese come Finmeccanica saranno certamente in grado di difendere le proprie posizioni sul mercato dell'aerospazio con accordi e joint venture, ma una risposta comune europea diventa sempre più urgente. Per Agusta Westland, per Alenia e per le altre imprese europee che combattono sul mercato mondiale dell'alta tecnologia serve un progetto di politica industriale europeo teso non solo a valorizzare le singole eccellenze nazionali, ma anche a creare serie alternative globali all'offerta dei colossi americani.

E in questo senso, il primo passo potrebbe essere proprio il superamento della frammentazione delle autorità di vigilanza: in settori-chiave come la difesa e l'aerospazio, l'approccio nazionale dell'antitrust è superato dalla realtà dei fatti. E presto, lo sarà anche quello su scala europea. Con la fusione Lockheed-Sikorsky è giunta l'ora di agire.

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