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Una sfida coraggiosa per modernizzare i musei

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la nomina dei nuovi 20 direttori

Una sfida coraggiosa per modernizzare i musei

È davvero un passo storico quello della nomina dei 20 direttori dei più importanti musei italiani, come lo ha definito il ministro Franceschini? Sicuramente, al netto delle inevitabili, ma forse sterili polemiche, la scelta fatta è stata coraggiosa: un inizio coerente con la riforma e con il progetto di una reale modernizzazione dei musei. Sono state privilegiate figure con importanti esperienze internazionali e competenze capaci di integrare l’aspetto gestionale con quello più specificamente artistico e culturale.

Non è il segnale di una crisi della tradizione italiana della gestione dei musei, ma una sua importantissima apertura. Come è accaduto a importanti curatori italiani chiamati a dirigere musei internazionali, così in Italia si chiamano 7 direttori internazionali e 4 italiani formatisi all’estero. Energie nuove che potranno aiutarci a superare gli insensatissimi steccati tra cultura e capacità di relazione con il pubblico, tra tutela e capacità di gestione. Una necessità sostenuta sistematicamente sulla Domenica del Sole 24 Ore da quando tre anni fa lanciammo il Manifesto per la cultura. Un modello virtuoso da seguire lo avevamo individuato, in questi anni, nella scelta di Cristian Greco, giovane egittologo di fama internazionale, al Museo egizio di Torino, e i 20 neodirettori si avvicinano a questo idealtipo, stranieri o italiani che siano. Anche nelle riconferme: Anna Coliva a Galleria Borghese e Enrica Pagella, già direttore di Palazzo Madama, che dirigerà il Polo Reale di Torino. L’ottimo Antonio Natali lascia gli Uffizi per il 47enne tedesco Eike Schmidt, fine esperto di arte fiorentina e con un curriculum di primissimo piano. Coraggiose le scelte del senese Marco Pierini, con carriera tutta italiana, che dirigerà la Galleria nazionale dell’Umbria, e del manager culturale Mauro Felicori, 63enne, bolognese, cui spetterà il difficile compito di dirigere la Reggia di Caserta. Grandi aspettative per James Bradburne (museologo e manager, dal 2006 direttore della Fondazione Palazzo Strozzi a Firenze) alla Pinacoteca di Brera di Milano: una delle realtà dove più si sente l’esigenza di una figura manageriale forte. È un inizio condotto con decisione, destinato a provocare polemiche. Ma forse pure a essere ricordato per la sua fecondità.

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