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Vergogna

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Italia

Vergogna

Il Comune dice che Roma è stata «offesa», il Prefetto «non aveva contezza» ma «chiederà ora conto», il Vicariato è «imbarazzato». Fantastico, in tutti i sensi, lo spettacolo a cielo aperto consumatosi nella Capitale che si appresta a celebrare il maxi-processo per l’inchiesta denominata “Mafia Capitale”.Muore Vittorio Casamonica, uno dei big dello storico clan omonimo specializzato nell’usura e nel racket, e la sua gente gli dedica un funerale che richiama direttamente e volutamente al film “Il Padrino”.

Con tanto di Rolls-Royce per trasportare il feretro, carrozze e cavalli, l’elicottero, la banda musicale che suona le note dell’indimenticabile colonna sonora, i manifesti sui muri con la scritta «Re di Roma». Particolare non indifferente: la gigantografia di Casamonica vestito come il Papa compare sulla facciata della chiesa di Don Bosco al Tuscolano, dove si è svolta la cerimonia. Ma questa è la stessa casa di Dio per la quale il Vicariato non concesse le esequie religiose – chieste dalla moglie Mina – a Piergiorgio Welby, il militante Radicale malato di distrofia muscolare e deceduto grazie a un medico che lo aiutò a morire.

Ma il Parroco non sapeva e comunque non poteva fare altro, la Curia di Roma lo difende mentre trapela l’imbarazzo dello staff di Papa Francesco, il Prefetto Gabrielli dice che c’è stato un «difetto di comunicazione» tra le istituzioni, i politici ne fanno subito un caso politico, la presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi proclama il suo «no all’ostentazione del potere mafioso» e sale infine alto, dal presidente del Pd Orfini, anche l’inevitabile
«Mai più».

Sì, mai più. Intanto ieri il film l’abbiamo visto, e non c’erano né attori né comparse. Tutto vero, gente vera che dava l’ultimo saluto al «Re di Roma». In attesa del prossimo «mai più», una sola parola: vergogna.

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