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«La pedofilia non si ripeta mai più»

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Scenari

«La pedofilia non si ripeta mai più»

È dentro la cattedrale di San Matteo, a Washington, il Papa incontra i vescovi degli Stati Uniti, che in totale sono ufficialmente 457 e curano le diocesi dove sono sparsi gli oltre 70 milioni circa di cattolici Usa, ormai in buona parte di origine ispanica (mentre i vescovi di questa matrice solo il 10 per cento). È un episcopato multiforme, per provenienza e formazione, ma in maggioranza con un’impostazione decisamente battagliera sui temi cari alla Chiesa. E che non manca di criticare il Papa nelle sue aperture specie in tema di famiglia - specie in sede di Sinodo, ormai alle porte - ma anche sugli altri fronti pastorali.

Bergoglio davanti a loro, in italiano, non usa un linguaggio assertivo. Anzi, dice «non è mia intenzione tracciare un programma o delineare una strategia. Non sono venuto per giudicarvi o per impartirvi lezioni», vi parlo «come un fratello tra fratelli». Ma parla francamente: i vescovi non usino un «linguaggio bellicoso della divisione», rifuggano la tentazione sempre presente dell’autoreferenzialità e non si limitino soltanto a «proclami e annunci esterni, perché bisogna conquistare spazio nel cuore degli uomini» senza mai fare della croce «un vessillo di lotte». Insomma, che non siano sempre sul piede di guerra ma al contrario pratichino la mitezza e il dialogo, proprio dei pastori. Già perché le gerarchie americane hanno una tradizione molto pugnace, specie con i democratici, e lo sa bene il presidente Barack Obama sui temi legati alla riforma sanitaria.

Nel lungo e denso discorso pronunciato nella cattedrale – piena zeppa di vescovi tanto da offrire il colpo d’occhio di un “mini-concilio” - il Papa ha voluto voltare pagina rispetto alla tradizione dei vescovi “law and order” che pure piacciono molto negli Stati Uniti, specie tra i repubblicani. Ora l’obiettivo è ridare forza all’unità dentro la Chiesa, che non può lasciarsi dividere o contendere: «Il cuore del Papa si dilata per includere tutti. Che nessun membro della Chiesa e della nazione americana si senta escluso dall’abbraccio del Papa».

Una chiesa tra l’altro ricca (nonostante i maxi-risarcimenti pagati da alcune grandi diocesi come Boston e Los Angeles per gli innumerevoli casi di pedofilia del passato finiti davanti ai tribunali) che versa alla Santa Sede i contributi più sostanziosi, seguita dalla Germania: Francesco ringrazia «commosso» e dice di apprezzare la «generosità e solidarietà» dei vescovi americani verso la Santa Sede. E parla quindi della piaga della pedofilia, che ha segnato profondamente i cattolici americani e che ha portato ad un “rinnovamento” in molti diocesi: «Sono consapevole del coraggio con cui avete affrontato momenti oscuri del vostro percorso ecclesiale senza temere autocritiche né risparmiare umiliazioni e sacrifici, senza cedere alla paura di spogliarsi di quanto è secondario pur di riacquistare l’autorevolezza e la fiducia richiesta» ai sacerdoti. «So quanto ha pesato in voi la ferita degli ultimi anni, e ho accompagnato il vostro generoso impegno per guarire le vittime, consapevole che nel guarire siamo pur sempre guariti, e per continuare a operare affinché tali crimini non si ripetano mai più» (applausi).

Ma i temi forti e irrinunciabili della dottrina e della pastorale ci sono tutti e Francesco li elenca: «Le vittime innocenti dell’aborto, i bambini che muoiono di fame o sotto le bombe, gli immigrati che annegano alla ricerca di un domani, gli anziani o i malati dei quali si vorrebbe far a meno, le vittime del terrorismo, delle guerre, della violenza e del narcotraffico, l’ambiente devastato da una predatoria relazione dell’uomo con la natura... Non è lecito pertanto evadere da tali questioni o metterle a tacere».

Non solo quindi lotta ad aborto, matrimoni gay o l’eutanasia: come dire, c’è molto altro nella vita delle persone tra il concepimento e la morte. E infine, nel documento che resterà una pietra angolare nella storia della Chiesa Usa, parla di migranti, tema chiave dell’intero viaggio: «Sempre avete imparato la loro lingua, sostenuto la loro causa, integrato i loro contributi, difeso i loro diritti, promosso la loro ricerca di prosperità, conservato accesa la fiamma della loro fede. Anche adesso nessuna istituzione americana fa di più per gli immigrati che le vostre comunità cristiane. Ora avete questa lunga ondata d’immigrazione latina che investe tante delle vostre diocesi. Non soltanto come vescovo di Roma, ma anche come pastore venuto dal Sud, sento il bisogno di ringraziarvi e di incoraggiarvi».

Poi in chiusura di giornata la messa di canonizzazione del beato Junipero Serra, missionario francescano spagnolo del ‘700 (cerimonia contestata da rappresentanti della comunità dei nativi americani, secondo i quali Serra uccise dei loro antenati): nell’omelia Bergoglio ha ribadito che la Chiesa deve «uscire e andare per le strade». Serra «ha saputo lasciare la sua terra, le sue usanze, ha avuto il coraggio di aprire vie, ha saputo andare incontro a tanti imparando a rispettare le loro usanze e le loro caratteristiche».

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