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«Proroga di dodici mesi per raggiungere il pareggio»

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i nodi

«Proroga di dodici mesi per raggiungere il pareggio»

Un anno di tempo in più per raggiungere l’agognato pareggio di bilancio. A chiederlo sono, con una voce sola, l’Associazione nazionale delle fondazioni lirico-sinfoniche (Anfols) e i sindacati di categoria.

Perché, spiegano, l’avvio del risanamento è slittato, di fatto, di un anno, per ragioni imputabili sia ai teatri stessi, sia alle lungaggini della macchina statale. Ma, soprattutto, perché la partita è troppo importante per rischiare di perderla: per i teatri che hanno aderito alla legge Bray il non raggiungimento dell’equilibrio finanziario entro il 2016 comporta la liquidazione coatta amministrativa. Fallire significherebbe distruggere un patrimonio culturale e sociale dal valore incalcolabile.

«Tutte le Fondazioni, non soltanto le otto che hanno aderito alla legge, stanno facendo grandi sforzi, riconosciuti anche dai vertici del Ministero – spiega Cristiano Chiarot, presidente di Anfols e sovrintendente della Fenice di Venezia –. La lirica italiana dimostra di essere un comparto vivo e vivace, che sta facendo il massimo per aumentare la produzione senza aumentare i costi, ma puntando su una maggiore efficienza». Per questo Anfols e sindacati hanno chiesto al ministro Dario Franceschini di prorogare di un anno la scadenza per il raggiungimento del pareggio di bilancio.

All’appello di Anfols si sono unite anche le sigle sindacali. «È una fase molto complessa – dice Silvano Conti , coordinatore nazionale di Slc Cgil –. Sono stati fatti importanti passi avanti, ma ci sono stati anche molti ritardi e ormai il 2016 è dietro l’angolo: le fondazioni hanno bisogno ancora di un po’ di ossigeno».

Ossigeno che potrebbe arrivare anche sotto forma di risorse statali aggiuntive: Anfols e sindacati chiedono infatti uniti anche di aumentare la quota del Fus destinata alle Fondazioni liriche che, spiega Chiarot, «nel 2015 è scesa ulteriormente: lo stanziamento iniziale era di 183,9 milioni, ma la quota della suddivisione è ora di 181,9 milioni. Vorremmo che fosse riportata almeno al livello del 2014, di 186 milioni. Contiamo molto su un intervento del Ministro, visto il clima di collaborazione che si è instaurato». Dal Ministro, dice il presidente Anfols, sono arrivate «aperture positive» su entrambe le questioni, così come sulla proposta di aprire un tavolo con la Cassa Depositi e Prestiti, per deliberare aiuti anche alle fondazioni che non hanno aderito alla legge Bray, «ma che hanno comunque problemi di liquidità», precisa Chiarot.

Infine, per Anfols e sindacati resta prioritaria la necessità di varare il Contratto nazionale che, «firmato in fretta e in furia nell’aprile dello scorso anno – spiega Silvano Conti – è ancora in attesa di approvazione da parte del Mef e della Corte dei Conti».