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La famiglia in crisi nel villaggio globale

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oggi inizia il sinodo

La famiglia in crisi nel villaggio globale

Comincia oggi in Vaticano il Sinodo dei Vescovi dedicato al tema “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”, che si concluderà fra tre settimane, domenica 25 ottobre. Vi partecipano, sotto la presidenza di Papa Francesco, oltre duecentocinquanta vescovi di tutto il mondo, coadiuvati da un centinaio di esperti e invitati, fra cui molte coppie di sposi. Le attese che lo accompagnano sono veramente tante e non si concentrano solo – come i media rischiano di enfatizzare – sulla questione della comunione ai divorziati risposati.

In realtà, la famiglia è in crisi in larghe aree del “villaggio globale”, come dimostra la diminuzione dei matrimoni, l'aumento delle convivenze, il numero delle separazioni e dei divorzi, la diffusione delle cosiddette coppie di fatto. Al tempo stesso, però, le risposte pervenute da tutto il mondo al questionario inviato dal Sinodo dei Vescovi alle Conferenze Episcopali di ogni parte della terra hanno mostrato come sia largamente diffuso fra i giovani un vivissimo desiderio di famiglia, che rivela come il nucleo familiare sia ancora considerato un grembo vitale per la crescita della persona e la sua capacità di socializzazione.

Anche se in molti Paesi del mondo ci si sposa di meno, la famiglia viene comunque vista come un ambiente affidabile, a volte il solo capace di tutelare l'essere personale specialmente nelle fasi della sua maggiore fragilità, come l'infanzia, l'adolescenza, la prima giovinezza e la vecchiaia. È proprio questo insieme di costatazioni che mostra quanto sia attuale e urgente una riflessione a tutto campo sulla famiglia, e come perciò la scelta del tema sinodale da parte di Papa Francesco sia stata quanto mai significativa e condivisa.

Se a tutto questo si aggiunge la considerazione delle tante situazioni di famiglie ferite, che vanno dall'esperienza dei separati a quella dei divorziati e di coloro fra di essi che hanno scelto di contrarre nuove nozze, si comprende quanto possa essere importante che la Chiesa verifichi ed eventualmente elabori in modo rinnovato il suo atteggiamento pastorale nei confronti delle persone e dei nuclei familiari interessati.

Quali finalità si propone dunque l'assemblea sinodale che oggi inizia? Il primo scopo è di proporre il valore e la bellezza della famiglia di fronte a un mondo in cui essa è spesso in crisi o il suo significato oscurato e trascurato. Come ha affermato il Concilio Vaticano II nella Costituzione “Gaudium et Spes” sulla Chiesa nel mondo contemporanei, la famiglia è una vera e propria scuola di umanità (n. 51), nella quale si attua il processo di formazione basilare della persona umana e della sua capacità di relazionarsi fecondamente con gli altri. È in famiglia che si nasce alla vita e si cresce nelle sue espressioni decisive; è in famiglia che si apprende non solo il lessico familiare della quotidianità, ma il linguaggio che consentirà a ognuno di stabilire ponti di comunicazione con gli altri e di superare la solitudine del proprio essere singolare entrando nella rete dei rapporti che ci fanno umani. In famiglia si apprende non solo a gestire i bisogni della sopravvivenza, ma a nutrire e sviluppare quelli che porteranno a maturazione gli aspetti fondamentali dell'esercizio della coscienza e della libertà.

In altre parole, è in famiglia che si forma la nostra umanità più vera, tanto che carenze e ferite nel tessuto delle relazioni familiari, soprattutto se sperimentate nei primi anni di vita o in quelli dell'adolescenza, hanno conseguenze rilevanti sull'intera esistenza della persona. Certamente, non vanno ignorate le situazioni in cui la famiglia non assolve adeguatamente a questi compiti, o per mancanza di un contesto efficace o per carenza di capacità delle persone coinvolte, specie di quelle che hanno ruoli genitoriali ed educativi. Proprio per questo, però, è necessario interessarsi della famiglia, mettendola al centro delle preoccupazioni e delle progettazioni dell'intervento pubblico e di quello pastorale della Chiesa. Solo così, ad esempio, una sfida drammatica come quella della denatalità, che tocca ormai molti Paesi fra cui l'Italia, potrà essere adeguatamente affrontata e superata. Occorrono nuove politiche a sostegno della famiglia, ben più urgenti di tante su cui pure si spende perfino eccessivamente il dibattito politico e quello mediatico. Occorre scommettere sulla famiglia, nella convinzione che una tale scommessa è veramente necessaria per il bene di tutti e di ciascuno, per l'oggi come per il domani della nostra umanità.

Accanto a questa priorità, centrata sulla riproposizione del valore della famiglia e delle urgenze che vanno considerate per promuoverlo effettivamente, il Sinodo è chiamato ad occuparsi anche delle situazioni di famiglie ferite e in crisi: lo scopo di questa attenzione non può ridursi al problema se ammettere o no ai sacramenti i divorziati risposati, ma deve estendersi a tutta la sfida dell'accompagnamento e dell'integrazione nella vita ecclesiale di ogni persona, quale che siano la sua situazione e il bagaglio di potenzialità e di problemi che porta con sé.

Quella che Papa Francesco sogna è una Chiesa sempre più caratterizzata dalla partecipazione e dalla corresponsabilità, che rendano viva e feconda la comunione di tutti intorno ai pastori: una Chiesa di battezzati adulti e responsabili, capaci di impegnarsi in prima persona secondo i doni ricevuti da Dio e di aprirsi con fiducia al dialogo con tutti. Si tratta di superare ogni tentazione di clericalismo, che voglia scaricare sulle spalle del chierici ciò che è vocazione e missione di tutti, pur nell'articolata differenziazione dei carismi ricevuti e dei ministeri esercitati. Camminare in questa direzione è la vera sfida posta al Sinodo e a chi vi partecipa in rappresentanza della Chiesa diffusa su tutta la faccia della terra. Una sfida che esige fede e coraggio e che potrà essere affrontata e superata in maniera feconda solo se ci si aprirà al soffio e alle sorprese dello Spirito di Dio, capace come nessun altro di rinnovare in profondità il cuore e la storia degli uomini.
Bruno Forte è arcivescovo di Chieti-Vasto e segretario speciale dell'assemblea generale ordinaria del Sinodo

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