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Padoan: vogliamo uno Stato 4.0

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digitalle per la crescita

Padoan: vogliamo uno Stato 4.0

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sembra parlarne con la naturalezza di una questione lapalissiana, ma anche con la consapevolezza che, nella sua semplicità, è solo da qui, dalla digitalizzazione il più possibile spinta dello Stato, della Pa, ma anche delle imprese, che passano le vere chance di crescita e occupazione del Paese. «Paesi come l’Italia devono collocarsi sulla frontiera della tecnologia. Più innovazione e più investimenti in tecnologia» sono la chiave per «crescita più elevata e occupazione».

Pier Carlo Padoan è intervenuto ieri con un videomessaggio al primo della due giorni di convegno “Digitale X la Crescita. Facciamo il punto. Verifichiamo la rotta”, organizzato da EY a Capri. «Mi piacerebbe uno Stato 4.0, o per essere più precisi, una Pubblica Amministrazione 4.0», ha detto Padoan. «Le tecnologie sono centrali per semplificare il rapporto con il cittadino, ed è fondamentale investire in quest’ambito, pena la decrescita del Paese», ha aggiunto il ministro dell’Economia che non si è tirato indietro dinanzi a una assunzione di responsabilità: «Il Governo si impegna a fare di più, ma anche le imprese devono aiutarci a capire cosa serve per il loro sviluppo. È per questo che voglio avviare un dialogo crescente tra Governo e imprese per dare ulteriore slancio alla ripresa dell’economia italiana».

Non a caso la fune del ministro Padoan viene gettata a una platea nutrita (470 ospiti paganti, a conferma del fatto che si tratta di un appuntamento cercato e voluto da chi vi partecipa) arrivata a Capri per assistere a quello che si è andato ritagliando con il tempo il ruolo di “summit nazionale dell’innovazione”. «È ormai evidente come il digitale sia la leva centrale su cui puntare per il rilancio della nostra economia» ha detto Donato Iacovone, amminis tratore delegato di EY in Italia, nell’apertura dei lavori del convegno. «Puntando in primis sulle infrastrutture tecnologiche, che rappresentano un investimento certo ed imprescindibile, bisogna elaborare una più ampia strategia nazionale e una governance dell’innovazione e della digitalizzazione. L’energia e la voglia di fare e di innovare ci sono tutte ed è quindi di vitale importanza incanalarle nel modo migliore».

Al palco di questa iniziativa sostenuta da Ntt Data, Poste e Sisal, si sono avvicendati vari protagonisti anche degli enti locali e territoriali come Gerardo Mario Oliverio, presidente della Regione Calabria, o Enzo Bianco, sindaco di Catania solo per citarne due. Per tutti - esponenti delle imprese e del “pubblico” - il comune denominatore è stato quello dell’importanza della svolta digitale. «Innovazione, clienti e partnership sono i tre pilastri su cui costruire il nostro modo di operare», ha spiegato l’ad di Trenitalia Vincenzo Soprano. «L’Italia si posiziona tra gli ultimi Paesi europei rispetto agli obiettivi dell’Agenda Digitale, come evidenzia il Digital Economy and Society Index - ha aggiunto Maurizio Santacroce – e diventa dunque fondamentale costruire infrastrutture che siano effettivamente utilizzate». È necessario fare formazione nel campo delle nuove tecnologie e in particolare delle app, perché «rischiamo di avere 1 milione di impieghi vacanti in Europa, di cui 100mila in Italia, perché mancano le competenze», ha detto dal canto suo Carlo D’Asaro Biondo, presidente Emea Strategic Relationships di Google che parlando di Google ha detto che ha «ottimi rapporti con il Governo italiano che capisce finalmente Internet e le potenzialità sul territorio».

Passando dalle dichiarazioni ai numeri, la platea di circa 400 partecipanti ha risposto a una serie di domande sui temi del digitale da cui è emerso che l’85% dei partecipanti considera la digital transformation un’opportunità per la propria azienda e il 55% ritiene fondamentale per le aziende attuare questa trasformazione. Emergono però anche diversi aspetti che necessitano di miglioramento. Ad esempio il potenziale della industry 4.0 risulta ancora poco percepito dagli imprenditori secondo il 70,3% dei partecipanti. «Nel Paese sono stati fatti passi in avanti negli ultimi 12-18 mesi - ha detto il presidente di Confindustria digitale, Elio Catania - ma ora occorre accelerare i piani esecutivi. C’è uno sforzo comune da portare avanti, nel pubblico e nelle imprese. Anche perché, a conti fatti, ci manca ancora un punto e mezzo di Pil che potrebbe arrivare da una era attuazione e diffusione del digitale in Stato, cittadini, imprese». Riccardo Luna, Digital Champions, ha poi ricordato qualche numero tra cui «i 23 milioni di italiani che non vanno su Internet», ma ha anche annunciato che il 21 novembre si terrà un summit nazionale dell’innovazione alla Reggia di Venaria, in Piemonte, e ha fatto mandare in video uno spezzone del question time in cui il premier Renzi ha risposto su tema della manifattura «4.0» specificando che il digitale sarà il tema forte dell’agenda di governo da ora in avanti. Ottimista sui prossimi step il direttore dell’Agid, Antonio Samaritani: «Ci sono 5 priorità, fra cui lo Spid e l’anagrafe Unica che diventeranno operativi a dicembre. Parliamo di passaggi di importanza indiscutibile».