Commenti

Progresso e disparità, perché resto ottimista

  • Abbonati
  • Accedi
LA TESI DEL LIBRO «LA GRANDE FUGA»

Progresso e disparità, perché resto ottimista

La crescita economica è il motore della fuga dalla povertà e dalla privazione materiale. Sennonché nel mondo ricco stenta a procedere. In ognuno degli ultimi decenni è stata inferiore al precedente. Quasi ovunque il rallentamento della crescita è stato accompagnato da un aumento delle disuguaglianze.

Negli Stati Uniti reddito e ricchezza non raggiungevano gli estremi attuali da più di cento anni. Le grandi concentrazioni di ricchezza possono minare la democrazia e, ostacolando la distruzione creatrice caratteristica del capitalismo, la crescita stessa. È un tipo di disuguaglianza che incoraggia coloro che sono già fuggiti a bloccare alle proprie spalle le vie di fuga appena percorse.

È facile immaginare un mondo caratterizzato da una crescita lenta ma anche da infiniti conflitti distributivi – tra ricchi e poveri, tra vecchi e giovani, tra Wall Street e Main Street, tra pazienti e medici, e tra i partiti politici portavoce di questi gruppi.

Nondimeno sono prudentemente ottimista. Il desiderio di fuggire è radicato nel profondo, e domarlo non sarà facile. Gli strumenti di fuga si possono accatastare: i fuggitivi di domani potranno poggiare sulle spalle di giganti. È possibile che qualcuno ostruisca le gallerie appena percorse, ma non potrà cancellare ciò che si è imparato su come scavarle.

È probabile che il rallentamento della crescita sia sovrastimato. Di certo le analisi statistiche mancano di registrare molti passi avanti di tipo qualitativo, in particolare nel settore dei servizi, responsabile oggi di una quota crescente del prodotto nazionale. La rivoluzione dell’informazione e i suoi dispositivi contribuiscono al nostro benessere più di quanto siamo in grado di misurare. Che queste soddisfazioni compaiano a fatica nelle statistiche relative alla crescita la dice lunga sull’inadeguatezza della statistica stessa, non della tecnologia e delle sue gioie.

La grande maggioranza della popolazione mondiale non vive in paesi ricchi, e per essa non si è registrato alcun rallentamento della crescita. In effetti gli oltre 2 miliardi e mezzo di cinesi e indiani di recente hanno registrato tassi di crescita senza pari in altre parti del mondo. E se pure questi tassi dovessero rallentare, i «vantaggi dell’arretratezza» dovrebbero comunque consentire a questi paesi una crescita da rincorsa superiore a quella media per molti anni ancora.

Il tasso di crescita della speranza di vita sta rallentando, ma si tratta di un segno positivo; la morte sta invecchiando, e salvare persone già anziane incide sulle aspettative di vita meno di quanto inciderebbe salvare bambini. È un problema ancora una volta di misurazione, non di sostanza. Le minacce alla salute non mancano, ma sono in arrivo anche importanti miglioramenti.

Vi sono molti altri, continui, miglioramenti che non ho trattato in questo libro. La violenza è diminuita e la probabilità di morire di morte violenta è oggi molto minore che in passato. Rispetto a cinquant’anni fa, il numero dei regimi democratici è cresciuto. Che un gruppo sociale ne opprima un altro accade sempre più raramente. Inoltre la possibilità di partecipare alla vita della società è aumentata ovunque. Le persone stanno diventando più alte in tutte le regioni del mondo, e probabilmente anche più intelligenti. Il livello di istruzione è in aumento in molte parti del pianeta.

Non possiamo aspettarci che si progredisca sotto tutti questi aspetti in ogni parte del mondo, o che ciò accada senza intoppi. Gli eventi negativi sono inevitabili, e le nuove fughe,come le vecchie, portano nuove disuguaglianze. Ciononostante, credo che queste battute d’arresto in futuro saranno superate, come è accaduto in passato.

© 2015 SOCIETA EDITRICE IL MULINO

© Riproduzione riservata