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Le incredibili storie su vermi, farmaci e artisti

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Scenari

Le incredibili storie su vermi, farmaci e artisti

Vermi. Nel 2013 una ricerca dell’Università di Tufts (Massachussetts) ha dimostrato che, decapitando un verme, la sua testa ricresce nell’arco di quattordici giorni con la memoria intatta. Da ciò uno degli autori dello studio, Michael Levin, ha dedotto che «la memoria sembra essere conservata al di fuori del cervello». Tra l’altro, il Dna umano è per il 75% identico a quello del verme.

Vacca. «Il metano sprigionato tramite peti è un gas esplosivo: per questo è vivamente sconsigliato fumare mentre si munge una vacca».

Placebo. «Una serie di test sul dolore, volta a confrontare gli effetti dell’aspirina e quelli di una semplice zolletta di zucchero, mostra che il tasso di efficacia del trattamento simulato è del 45%. Ma questo tasso raggiunge il 56% quando il gruppo sotto placebo crede di ricevere non più una dose di aspirina, ma un’iniezione di morfina. L’efficacia del placebo sembra quindi proporzionale alla potenza attribuita al trattamento che ci si illude di ricevere».

Effetti collaterali. È stato dimostrato che, assumendo i cosiddetti placebo, è possibile percepire non soltanto gli effetti benefici del farmaco originale, ma persino quelli indesiderati. «Nel corso di uno studio riguardo a un tranquillante, la mefenesina, dal 15 al 20% dei soggetti testati hanno accusato effetti collaterali (nausea, prurito, palpitazioni cardiache) pur avendo assunto solo un placebo. Eventuali effetti collaterali di questo rilassante muscolare di cui erano stati naturalmente informati prima dell’inizio del trattamento».

Api. Si può dire che le api abbiano inventato la “monarchia proletaria”: nell’alveare sono le operaie a creare le api regine, ad allevarle, a individuare le migliori e a eliminare quelle di troppo. Per questa ragione Stendhal considerava quello delle api il miglior regime politico: «la monarchia assoluta temperata dall’assassinio».

Api/2. «Se le api sparissero dalla faccia della Terra, all’uomo resterebbero solo quattro anni di vita» (Albert Einstein a Karl von Frisch).

Copista. Rosemary Brown (1916-2001), un’impiegata delle poste inglese, sosteneva di ricevere visite notturne da parte di grandi compositori defunti, che le dettavano loro composizioni inedite. Il primo ad apparirle, all’età di appena sette anni, fu Franz Liszt, che dovette però insistere per decenni perché lei si decidesse a seguire un corso di pianoforte: quando lo fece, a quasi 50 anni, Liszt e colleghi si affrettarono a trasmetterle chilometri di partiture. Alla diffusione della notizia, vennero chiamati anche dei musicologi per smascherare la mitomane. Ma gli esperti furono unanimi: la donna suona malissimo, ma pare proprio che suoni Liszt, Chopin, Beethoven, Brahms… Dopo le opportune verifiche, risultò che queste partiture erano inedite.

Temperamento. La Brown descrisse anche il temperamento dei vari compositori durante le loro apparizioni: «Liszt è gentile e molto generoso, ma a volte si innervosisce quando non sono abbastanza veloce, poi si mette a parlare in tedesco o in francese e io non ci capisco più nulla. Allora lo sgrido»; Bach è piuttosto arcigno e impaziente; Beethoven, ormai «guarito dalla sordità», è molto puntiglioso sul tempo; Schubert «molto bravo e un po’ timido»; Chopin appassionato e servizievole tanto che un giorno interruppe la dettatura per avvertirla che la figlia aveva lasciato aperto il rubinetto della vasca.

Pittori. Il 65enne brasiliano Luiz Gasparetto, psicologo in una clinica vicino a Rio de Janeiro, cui fanno visita grandi pittori del passato, chiedendogli di servirsi del suo corpo per dar sfogo alla loro arte. Allora, in una sorta di trance, Gasparetto si mette a dipingere, con una rapidità impressionante, opere di Matisse, Leonardo, Toulouse-Lautrec, Goya, Monet, Rubens, Gauguin, Van Gogh e molti altri. Su Internet si possono trovare filmati girati in tempo reale in cui lo si vede dipingere in trenta minuti, e simultaneamente, un Delacroix con la mano destra, un Michelangelo con la sinistra e un Picasso coi piedi.

Notizie tratte da: Didier Van Cauwelaert, Il dizionario delle cose impossibili, Clichy, Firenze, 392 pagine, 17 euro

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