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Per Kaczynski maggioranza assoluta, Polonia a destra

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Per Kaczynski maggioranza assoluta, Polonia a destra

È una svolta a destra netta quella decisa dalla Polonia con il voto di domenica. Un ritorno al passato previsto ma non per questo meno impressionante.

Diritto e Giustizia, il partito ultra-conservatore ed euroscettico di Jaroslaw Kaczynski, ha trionfato ottenendo il 38% dei consensi e quasi certamente avrà la maggioranza assoluta in Parlamento.

Secondo gli exit poll è invece pesantissima la sconfitta per i liberali di Piattaforma civica, fermi al 23%, che pure hanno portato l’economia del Paese a crescere del 20% durante i loro otto anni di governo superando indenne anche la grande crisi internazionale. Il voto – che ha avuto una partecipazione del 51,6% - ha inoltre cancellato dai banchi dell’opposizione la coalizione di sinistra rimasta sotto l’8% di sbarramento.

«È come quando vedi la tempesta in arrivo ma non puoi evitarla», dice il manager di un grane gruppo industriale privato che preferisce non essere nominato. «Diritto e Giustizia – aggiunge – ha annunciato misure che rischiano di fare danni al Paese: l’aumento della spesa pubblica improduttiva, le tasse per colpire le imprese straniere. Purtroppo perderemo credibilità e sarà inevitabile lo scontro in Europa».

A guidare il prossimo esecutivo sarà, Beata Szydlo, 52 anni, ultima intuizione politica di Kaczynski e volto nuovo di Diritto e Giustizia. Ma il programma resta quello di una destra nazionalista e sociale – patria, tradizione cattolica reazionaria, intervento dello Stato nell’economia, sostegno delle famiglie e delle piccole imprese – che vuole stare nella Nato per contrastare la Russia e nell’Europa nonostante le tensioni con la vicina Germania e con Bruxelles.

«Una nuova fase si apre davanti a noi. È tempo di metterci al lavoro. Siamo pronti ad abbracciare quelli che vorranno cambiare la Polonia con noi», ha detto Kaczynski dopo il voto, di fronte ai suoi sostenitori in festa. Ha vinto sfruttando il sentimento anti-migranti di molta parte della cittadini polacchi ma anche attaccando le misure economiche dei liberali. «Ma Piattaforma civica ha perso anche nelle città e soprattutto tra i giovani, non solo nelle aree rurali tradizionalmente più conservatrici e nelle fasce più povere: è questo che mi ha sorpreso. Ora tocca a Diritto e Giustizia, un partito di destra ultra-cattolica e nazionalista unico in Europa. Non vogliono governare, vogliono ribaltare il Paese. Ma in economia alla fine non cambieranno molto», spiega Slawomir Majman, presidente dell’Agenzia polacca per gli investimenti esteri.

Kaczynski e i suoi fedelissimi hanno già annunciato emendamenti alla Finanziaria per introdurre nuove tasse per le catene della grande distribuzione e per le banche straniere; hanno proposto di abbassare l’età pensionabile, di modificare le imposte sul reddito e di introdurre un bonus-bebè a favore delle famiglie più povere; vogliono abbassare dal 19% al 15% la flat tax per le imprese più piccole.

Il loro programma – molto simile a quello dell’Ungheria di Viktor Orban – prevede anche il ricorso alla liquidità della Banca centrale, così trasformata in strumento del governo, per sostenere l’economia.

Ieri la Borsa di Varsavia e lo zloty hanno fatto registrare cali contenuti. Standard&Poor’s non valuta alcun impatto dei risultati del voto sul rating della Polonia.

«Le follie dette in campagna elettorale non contano. Non c’è ragione perché i mercati temano le politiche di Diritto e Giustizia che avrà una maggioranza solida ma non i numeri per cambiare la Costituzione», dice Piotr Bujak, economista della banca polacca Pko.

«Le preoccupazioni riguardano solo marginalmente l’economia, la Polonia continuerà a crescere. Ma l’integralismo cattolico bloccherà lo sviluppo sociale in senso moderno del Paese. E cambieranno certamente i rapporti tra la Polonia e l’Unione europea, e quelli tra la Ue e la Russia: la Polonia - dice Cristiano Pinzauti, già manager Olivetti in Polonia e oggi imprenditore e vicepresidente di Lewiatan, la maggiore associazione delle imprese polacche - diventerà il riferimento di tutti i movimenti europei che non vogliono più Unione ma vogliono l’Europa delle patrie».

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