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La missione di Harris e i nervi dei cinesi

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la tensione tra usa e pechino

La missione di Harris e i nervi dei cinesi

È sempre fluida la situazione nei mari della Cina dopo lo sconfinamento del cacciatorpediniere americano in acque rivendicate dai cinesi nelle isole Spratly. Un nuovo elemento si aggiunge, targato Usa: l’ammiraglio Harry B. Harris junior, a capo del Comando del Pacifico (Uspacom, un acronimo che ricomprende la regione dell’Indo Asia Pacific, in pratica, oltre metà della terra) è salpato da Camp Smith, nelle Hawai, cinque giorni fa, per un viaggio tra Corea del Sud e Cina.

Da ieri Harris è in Cina proprio nella veste ufficiale di Comandante dell’Uspacom. Oltre all’incontro con l’ambasciatore americano Max Baucus, sono previsti confronti con i senior leader del People’s liberation army e visite a installazioni militari cinesi. «Un incontro tra livelli militari per massimizzare la cooperazione e gestire i disaccordi», dice una scarna nota dell’ambasciata americana a Pechino, aggiungendo che Harris sarà accompagnato dalla moglie, studentessa a Shanghai negli anni 80. L’ultima volta che l’ammiraglio ha visitato la Cina è stato nell’aprile 2014, a Qindao per il Cues, Code of unplanned enconunters at sea. I cinesi, in questo momento, hanno i nervi a fior di pelle. L’ammiraglio dovrà sfoderare tutta la sua abilità. (Rita Fatiguso)

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