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Storia d’Italia raccontata con gli occhi dell’industria

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mostre & libri

Storia d’Italia raccontata con gli occhi dell’industria

Esiste un legame molto stretto tra l’industria e la cultura e tra la manifattura e l’arte. Spesso tendiamo a dimenticarlo ma alcune delle pagine più significative della grafica industriale, per esempio, coincidono con il coinvolgimento dei grandi maestri del design. Design, grafica, illustrazione, packaging sono stati gli alfieri più certi della presenza dell’industria nella cultura profonda dell’Italia del Novecento. E non si tratta di operazioni di facciata ma di un intreccio stretto e coerente.

I manifesti, per dire, di Fortunato Depero per Campari sono allo stesso tempo opere d’arte dell’artista e funzioni di un momento aziendale ben preciso e importante, quello della comunicazione. Un nesso inscindibile che trova consacrazione nell’annuale Settimana della Cultura d’Impresa (nel quale la valorizzazione dei patrimoni industriali viene declinato davvero in molti modi) ma che, sotterraneamente, ma sempre più nitidamente, trova vivacità in mostre e libri: segno forse di una nuova stagione, nella quale riconoscere alla qualità della manifattura e alla sapienza dell’artigianalità, all’organizzazione dell’industria un ruolo culturale, in senso lato, più ampio di quello che pensiamo. Ecco il magnifico volume, appena edito, per esempio su «La Fiera di Milano. La pubblicità dell’industria italiana 1920-1940», curato per la Fondazione Fiera da due esperti come Dario Cimorelli e Mario Piazza, nel quale, spiega Benito Benedini nell’introduzione «La Fiera rappresenta il riflettore dell’intelligenza industriale e commerciale» e si apre al nuovo e fa di Milano la città che sta sempre al passo con i tempi.

Ma ecco ancora la mostra a Parigi su Grafica e industria, curata dal bibliofilo Bruno Tonini, o la grande mostra sul centenario dell’Amarena Fabbri (che si inaugura a Bologna il 6 novembre a Palazzo Pepoli). Non solo amarcord ma anche la presenza della Fabbri oggi nel mondo, da Bologna ai cinque continenti, una grande storia che esemplifica il successo italiano, fatta di tradizione e capacità di guardare sempre avanti, di orgoglio e intraprendenza. O, ancora, l’ottimo volume sui 125 anni dei «Biscotti Gentilini (1890-2015)» (Palombi editore), ditta che si apparenta, grazie alle preziose scatole di latta, al singolarissimo vaso delle amarene Fabbri; o la mostra che è ora al Max Museo di Chiasso sulla grafica dell’aperitivo (poi si sposterà Venezia). Il racconto delle cose fatte bene, il recupero delle tradizioni, la continuità di un’istanza industriale è anche al centro del progetto web della giornalista Anna Lagorio con il sito www.fatto-bene.com, che, dalla Coccoina, alla Carta d’Eritrea, dalla Brillantina Linetti ai saponi Valobra alle carte da gioco Modiano, rispolvera la quintessenza della qualità artigianale italiana, tutta dotata sempre di una grafica dall’intramontabile sapore vintage (che aggiunge fascino ai prodotti). Un modo intelligente per tornare al meglio delle storie e dei prodotti industriali italiane, riappropriarsene, e magari, sostenerla conoscendoli e comprandoli.

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