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Per l’Europa un altro shock dopo Charlie

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le analisi del sole

Per l’Europa un altro shock dopo Charlie

Parigi, bombe e colpi di kalashnikov in sette diverse parti della città, allo stadio, in un teatro, davanti a un ristorante: almeno 158 morti. Dieci mesi fa in gennaio erano state 12 le vittime dell’assalto alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo.

Si fanno sempre meno episodici e sempre più metodici gli attacchi terroristici in Europa e la Francia sembra esserne il bersaglio preferito anche se certo non il solo: da Londra a Bruxelles il morso della violenza ha sparso altro sangue. Le rivendicazioni per ora tacciono ma ancora una volta la regia islamica sembra la più probabile. La stessa che ha abbattuto qualche giorno fa nei cieli del Sinai un aereo di linea russo facendo oltre 220 morti.

La dichiarazione di guerra dell'Isis e dei suoi macellai all'Occidente e ai miscredenti è stata fin da subito stentorea. E non è certo un caso che la Francia di Francois Hollande , impegnato come la Russia di Vladimir Putin a bombardarne le posizioni in Siria, entri nel mirino del Califfato e dei suoi volonterosi satelliti, cellule europee dormienti comprese.

Nell'Europa del pacifismo ostinato, quasi quanto l'indifferenza con la quale si è allevata terroristi in casa e si è lasciata circondare da un arco di crisi micidiali e destabilizzazioni a catena ai propri confini, non si può più continuare a far finta di non sentire i tanti campanelli d'allarme che suonano ma per ora hanno suscitato ondate immediate di enorme emozione, sdegno e riprovazione che poi però si sono spente, dimenticate quasi con la stessa rapidità con cui erano venute.

Oggi l'Europa deve cambiare testa: rassegnarsi a fare i conti, costi quel che costi, con la subdola strategia della tensione che la colpisce e che inevitabilmente cambia la vita dei suoi cittadini prendendone in ostaggio tranquillità e sicurezze. Ci piaccia o no, dobbiamo renderci conto che questa non è la guerra degli altri, questa è una guerra che abbiamo in casa e può colpirci in qualsiasi momento, magari per mano del gentile vicino della porta accanto.

Inutile nascondere la testa sotto la sabbia o illudersi di potere esserne immuni. Siamo tutti vittime potenziali e la minaccia non passerà presto né facilmente. Del resto non solo le bombe, anche la marea inarrestabile dei profughi che si riversano sulle nostre coste e nei nostri confini sono il portato della stessa minaccia che sta terremotando la cartina geopolitica del Medio Oriente e del Nordafrica muovendo moltitudini di disperati in fuga.

Hollande nella notte ha decretato lo stato di emergenza su tutto il territorio francese. Ma la Francia oggi è l'Europa: deve essere l'Europa e niente meno dell'Europa dell'unità, della determinazione comune, della solidarietà e della difesa collettiva, se non si vuole soccombere alla terza guerra mondiale che ci è scoppiata addosso.

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