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Perché il «Qe2» adesso è più vicino

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armi monetarie

Perché il «Qe2» adesso è più vicino

I mercati finanziari non sono fatti solo di schermi e algoritmi, sono mercati in carne ed ossa, popolati da uomini e donne. Reagiscono agli shock esogeni ed endogeni, agli eventi inattesi, alla destabilizzazione delle catastrofi con una forte componente emotiva, spesso entrano in panico. Sull’immediato, fuggono dall’incerto verso la qualità, tentando di proteggere capitali e liquidità. Si compra il breve termine e si vende il lungo, si acquistano i bond più vicini alla oramai rara “AAA” e si vendono obbligazioni con rating bassi, si alleggeriscono gli investimenti in azioni, si preferisce il dollaro Usa e si privilegia l’oro, nell’Eurozona si torna a uscire dalla periferia e rientrare nei costosissimi titoli di Stato tedeschi.

Dopo l’attacco terroristico di dimensioni sconcertanti lanciato contro Parigi, e dopo la risposta del raid aereo su Raqqa, la Francia e l’umanità, non è però la reazione a caldo – scontata – dei mercati che dovrà essere monitorata, andrà tenuto sotto controllo piuttosto l’impatto che la guerra contro il terrorismo e il clima di terrore avranno sulla fiducia dei consumatori e degli investitori, sui fondamentali economici e quindi sulle prospettive di crescita e sulla sostenibilità degli alti debiti pubblici nell’Eurozona. Si guarderà allora alla Bce, a un Qe2 più esteso, un Qe3 senza esclusione di colpi. La politica dei piccoli passi, dei compromessi politici tra paesi “core” e periferia, tra Stati poco indebitati e Stati troppo indebitati (la Francia si sta arroccando su un debito/Pil attorno al 100%), si rivelerà a quel punto pericolosa.

Se gli attacchi parigini colpiranno nel profondo il sistema economico e destabilizzeranno oltretutto l’economia, l’area dell’euro – già alle prese con una ripresa troppo gracile, una ristrutturazione del sistema bancario che frena il credito, un mercato dei capitali unico tutto da farsi e un Piano Juncker farraginoso e lento - dovrà potersi difendere economicamente e finanziariamente con armi all’altezza della sfida. Per la parte che spetterà alla politica monetaria, la Bce non è detto che disporrà di un bazooka vero, un Qe pieno all’americana o alla giapponese, perché avrà un’arma spuntata, depotenziata negli acquisti di titoli di Stato dalla capital key (la partecipazione degli Stati al capitale della Bce in base al peso del Pil e della popolazione).

Alla prossima riunione del Consiglio direttivo della Banca, a dicembre, affidandosi agli orientamenti emersi in queste ultime settimane, i mercati prevedono che il Qe2 della Bce prenderà inizialmente la forma di un solo intervento, un ulteriore taglio alle deposit facilities. Dall’attuale – 0,20% al -0,30% o - 0,35%. Questa aspettativa si rifletteva lo scorso venerdì sul rendimento dei titoli di Stato tedeschi a due anni, gli Schatz, calato a -0,37%. Gli Schatz viaggiano solitamente qualche centesimo di punto percentuale sotto il tasso applicato ai depositi overnight della Bce. Intervenire sul tasso dei depositi già negativo, rischiando di ampliare una distorsione di mercato, serve ora a rinviare altre misure, per tenere nel cassetto interventi ulteriori: modifica e ampliamento del ventaglio di asset acquistabili, aumento degli acquisti mensili (ora 60 miliardi di euro di titoli di Stato, bond di enti pubblici e agenzie di Stato, cartolarizzazioni e covered bond), allungamento del programma oltre il settembre 2016.

I mercati prima di Parigi si stavano convincendo che il taglio sui depositi overnight potesse bastare come Qe2, non solo guardando all’andamento delle prospettive a medio termine dell’inflazione (e Pil) ma anche tenuto conto che la Bce ha margini di manovra stretti e costretti dalla complessa struttura del suo Qe (“Pspp”, public sector purchase programme). Tanti e troppi gli steccati: il requisito della capital key prima di tutto costringe la Bce a comprare più titoli di Stato tedeschi di qualsiasi altro Paese ma di questi non ce ne sono in circolazione a sufficienza (rispetto per esempio a quelli di Francia e Italia) e c'è chi teme ulteriori distorsioni sul mercato dei bond governativi in euro. Altro paletto è il limite del 33% dei titoli di Stato in circolazione dei singoli Stati e il 33%-25% delle singole emissioni. Il “Pspp” sta funzionando per i suoi primi 1.140 miliardi ma stando agli addetti ai lavori non sarà facile aumentare questo importo, per arginare gli impatti negativi del terrorismo, senza modificare la composizione degli asset e la struttura del programma. La Bce potrebbe acquistare corporate bond, ma in mancanza di un mercato dei capitali maturo questa estensione appare limitata. Nello scenario peggiore, quello di una escalation della guerra al terrorismo e della violenza del terrorismo, i consumatori e gli investitori cercheranno un lido sicuro, vorranno sentirsi rassicurati e protetti, la loro fiducia nel futuro e nella crescita economica andrà allora alimentata e difesa con tutti i mezzi, meglio se mettendo in mano alla Bce un bazooka più grande, più esteso, un Qe3 senza limiti di tempo e senza limiti di bond.

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