Commenti

«Da Roma troppe richieste di flessibilità»

  • Abbonati
  • Accedi
parla il presidente dell’eurogruppo

«Da Roma troppe richieste di flessibilità»

Dal 1° gennaio, Jeroen Dijsselbloem, il 49enne ministro delle Finanze olandese, non sarà più solo presidente dell’Eurogruppo, ma anche presidente dell’Ecofin. L’Olanda assumerà infatti la guida dell’Unione per sei mesi. In questa intervista a un gruppo di giornali europei illustra la sua posizione sui grandi temi d’attualità: la Finanziaria italiana; la presa in conto delle spese di sicurezza e difesa nel Patto di Stabilità; l’emergenza rifugiati. Anche l’Olanda ormai, come da tempo l’Italia, chiede una politica europea dell’immigrazione più solidale. Continua pagina  8

E avverte, il presidente dell’Eurogruppo, che è a rischio la libera circolazione e che il Paese è pronto a promuovere una mini-Schengen.

Parigi ha spiegato che sulla scia dei recenti attacchi terroristici il patto di sicurezza deve avere la meglio sugli obiettivi di bilancio. Cosa ne pensa?
Sono d’accordo. La sicurezza è oggi una preoccupazione maggiore del rispetto a breve termine del Patto di Stabilità. Dobbiamo chiederci però fino a che punto i due fenomeni siano in contraddizione. Negli ultimi anni, molti paesi hanno aumentato la spesa nella difesa, e malgrado ciò siamo riusciti a ridurre i deficit. In questo senso, mi sembra che l’approccio della Commissione europea sia saggio: un’analisi caso per caso ed ex post. In altre parole, se un paese non raggiunge gli obiettivi, la Commissione verificherà se i costi aggiuntivi per la sicurezza o per i rifugiati siano stati il fattore decisivo.

È un approccio soggettivo, forse criticabile per alcuni.
Il Patto prevede che in caso di circostanza eccezionale le regole di bilancio abbiano una valvola di sicurezza. Appena si decide di meglio definire le circostanze eccezionali, la valvola di sicurezza non è più tale, ma diventa parte delle regole, un nuovo standard. In questo senso, non sarei favorevole all’idea di escludere categorie di spesa – per i rifugiati, per la sicurezza, per la difesa – dalle regole. L’analisi deve avvenire in via eccezionale, caso per caso, ex post.

Il problema è che molti paesi hanno ancora bilanci che sfiorano o superano i limiti di Maastricht.
Sarebbe utile se creassimo nei nostri bilanci dei cuscinetti, da usare quando c’è da affrontare uno choc. In questo senso, se la spesa per la difesa o per la sicurezza dovesse aumentare in modo massiccio, strutturale e a livelli molto più elevati di quelli attuali, i paesi dovrebbero trovare soluzioni per inserire queste nuove uscite nel loro bilancio. Non si può permettere ai bilanci di deragliare. Non solo perché le regole non lo permettono: è un problema di sostenibilità dei conti pubblici.

L’Eurogruppo ha fatto proprie le opinioni di bilancio della Commissione, che ha deciso di rinviare un giudizio sulla Finanziaria italiana alla primavera. I ministri hanno voluto sottolineare che gettito fiscale inatteso o imprevisti risparmi di spesa devono essere usati per ridurre il debito. Come vede la situazione italiana?
Il paese suscita alcune preoccupazioni. Prima di tutto l’elevato debito pubblico. L’Italia sta adottando molte riforme strutturali, ed è un bene. L’attuale governo è veramente ambizioso su questo fronte, ma al tempo stesso sta chiedendo molta flessibilità di bilancio. Nel rinviare il proprio giudizio alla primavera, la Commissione europea ha posto un problema procedurale: la richiesta di flessibilità è giunta troppo tardi (dovrebbe essere presentata all'inizio dell’anno e non in autunno, come è avvenuto quest’anno, ndr). Ma c’è anche il nodo di quanta flessibilità la Commissione è pronta ad accordare. Flessibilità per investimenti, flessibilità per i rifugiati, flessibilità per le riforme, che si aggiungono l’una all’altra: credo che l’Italia sia l’unico paese che sta chiedendo tutte le forme possibili di flessibilità. Toccherà alla Commissione fare in primavera un’analisi e concedere l’applicazione o meno di queste clausole. La mia opinione è che la flessibilità dovrebbe essere usata come una eccezione, non come una regola. Per ragioni di credibilità.

Parliamo ora di immigrazione. L’arrivo di migliaia di profughi sta mettendo a dura prova la coesione dei Ventotto.
Parlo da uomo di governo olandese: è necessaria maggiore solidarietà tra i paesi. Gli sforzi sono sbilanciati. Non sto pensando solo ai costi, ma anche agli sforzi sulle singole società nazionali, come i paesi di transito e i paesi di accoglienza. Credo che questi paesi possano chiedere aiuto. Ma non vedo molto aiuto in giro.

Su questo fronte, l’Olanda ha proposto la creazione di una mini-Schengen. Può spiegare cosa intendete esattamente?
Vi è in questo momento un gruppo di paesi che sta facendo lo sforzo maggiore perché è la meta della maggior parte dei richiedenti l’asilo. Stiamo cercando di cooperare con questi paesi – la Germania, la Svezia, l’Austria, il Belgio. Non vogliamo una corsa al ribasso nella quale i singoli paesi introducono misure sempre più restrittive per tenere fuori dai loro confini i richiedenti l’asilo.

Senza cooperazione, come per esempio un ricollocamento dei rifugiati in tutta l’Unione, a rischio è la libera circolazione nello Spazio Schengen?
Sì. Sono molto preoccupato per il futuro di Schengen. Abbiamo in Europa un modello sociale molto forte. Per difenderlo dobbiamo proteggere le frontiere esterne. Se non lo faremo, subiremo l’arrivo di migliaia di persone alla ricerca degli stessi benefici di cui godiamo ora. Il rischio è di far esplodere il sistema. Stiamo affrontando una sfida enorme: possiamo mantenere lo stesso welfare dinanzi agli attuali flussi migratori? Dobbiamo quindi iniziare a parlare della protezione dei confini esterni. Se non è possibile a 28, se non è possibile a livello di Schengen, forse dobbiamo farlo a livello di mini-Schengen. Altrimenti i paesi reintrodurranno i confini. E questo non lo voglio. Avrebbe un grosso impatto sul modo in cui lavoriamo insieme da un punto di vista economico e politico.

www.ilsole24ore.com

Il testo integrale dell’intervista

© Riproduzione riservata