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Scuole superiori, c’è la pagella

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orientamento

Scuole superiori, c’è la pagella

Snorkeling sulla scuola italiana grazie all'Eduscopio. Esercizio utile di trasparenza e meritocrazia, che famiglie e docenti possono compiere grazie al portale della Fondazione Giovanni Agnelli di Torino che da oggi lancia online l'edizione 2015 (www.eduscopio.it). Sono 4.420 gli istituti di secondo grado (140 in più rispetto allo scorso anno) sotto la lente della qualità: vengono valutati in base alla capacità di preparare agli studi universitari, aiutando così genitori e figli nel delicato momento della scelta dopo la terza media.

Semplice e intuitiva la navigazione, con canali diversi se per studenti e docenti, localizzatore geografico (preferenze di scelta su raggio da 10 a 30 chilometri dall'abitazione) e schede. Eduscopio – rigorosa classifica consultabile gratuitamente – ha aggiornato le informazioni sugli esiti universitari di 709mila diplomati di tre anni scolastici (dal 2009-2010 al 2011-2012) nei loro percorsi universitari al primo anno da immatricolati (quindi fino al 2012-2013). Numero di esami superati e media dei voti ottenuta: da qui le indicazioni sul valore delle scuole secondarie di provenienza, sintetizzata nell'indice FGA che pesa equamente «la velocità nel percorso di studi (percentuale di crediti universitari ottenuti) e la qualità negli apprendimenti (media dei voti)».

Eduscopio.it – lanciato nel 2014 dopo una sperimentazione sui territori avviata nel 2009 – ha registrato in 12 mesi 360mila accessi e oltre un milione di pagine viste. «Numeri considerevoli», osserva l'economista Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli dal 2008, anno da cui si sono concentrate le attività di ricerca sull'education (scuola, università, lifelong learning): «Testimoniano la grande domanda d'informazione e di trasparenza sulla qualità delle scuole superiori italiane». Eduscopio ha “auscultato” le scuole che hanno «come missione primaria quella di preparare gli studenti alla prosecuzione in corsi universitari». Per questo, spiegano i ricercatori, «abbiamo preferito limitare l'analisi alle scuole d'indirizzo liceale e tecnico, pur dovendo escludere i licei artistici i cui diplomati si iscrivono in larga misura alle Accademie delle Belle Arti, per le quali non disponiamo di dati, non essendo contenuti nell'Anagrafe dello studente universitario (Ans)». Inoltre, per maggiore solidità statistica dei risultati, sono state considerate solto le scuole che mandano almeno uno studente su 3 all'università e che per almeno un indirizzo di studio portano negli atenei un numero non inferiore a 21 diplomati (la dimensione media di una classe quinta) nell'arco del triennio considerato.

Grazie al miglioramento delle banche dati (Scuola in Chiaro e Ans) è stato possibile tracciare tutti i passaggi tra corsi di laurea e atenei (iscrizioni e re-iscrizioni) che gli studenti più indecisi compiono entro il primo anno, consentendo d'identificare in modo più preciso i dispersi o gli inattivi (con zero esami). Cosicché – ai fini del ranking (da 0 a 100) – sono conteggiati anche i crediti ottenuti dagli studenti che hanno cambiato corso o ateneo nell'anno e riconducendoli alle scuole di provenienza. Un elemento in più per la comparazione tra scuole che si aggiunge alle altre cautele metodologiche adottate nel calcolo dell'indice FGA (soglie dimensionali delle scuole, immatricolazione di almeno un terzo dei diplomati) per evitare paragoni «impropri, assoluti o poco significativi». Rispetto al 2014 le scuole con risultati sia ottimi sia pessimi vedono sostanzialmente confermati i risultati: «La qualità nel preparare gli allievi per gli studi successivi è qualcosa che si costruisce nel tempo».

Curiosa la situazione delle paritarie, che in generale – specie se di origine non religiosa – non sfoggiano punteggi edificanti: sovente, pensano più al business di chi magari deve recuperare al galoppo sonore bocciature. Tuttavia, per esempio, nella Bologna “rossa e fetale” (così la cantava Guccini nel suo “Metropolis” del 1981), la top five presenta proprio tre paritarie private, tra cui, al terzo posto, il classico San Luigi dei Barnabiti. A Milano, sempre tra i classici, svetta a pieni voti e al primo posto (nel 2014 era secondo) il Sacro Cuore di area Comunione e Liberazione. A Torino quinti i salesiani di Valsalice (allievi illustri il giudice Caselli e il cardinal Bertone) e sesti i gesuiti dell'Istituto Sociale (che sui banchi hanno visto passare Cesare Pavese, Carlo Maria Martini, Piero Fassino e Giovanni Minoli). A Venezia ben piazzato (quarto) il Giovanni Paolo I; a Napoli il Sacro Cuore (settimo); a Roma il San Sisto Vecchio (primo, ma solo tra i licei in Scienze umane); a Palermo, ancora i salesiani del Don Bosco a Villa Ranchibile.

Andrea Gavosto – che non a caso ha partecipato alle due giorni sull'innovazione appena concluse a Bologna – insiste sull'importanza (per la società civile e per l'industria) di investire nel capitale umano. Eduscopio.it è un contributo in questa direzione. Il sistema scuola , in Italia, non può più permettersi di marinare la meritocrazia.

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