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Un «Giubileo 3.0» diffuso là dove la gente soffre

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l’anno santo straordinario

Un «Giubileo 3.0» diffuso là dove la gente soffre

Olycom
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Una porta santa in ogni diocesi. Ma anche all’ingresso di ogni cella di tutte le carceri del mondo. Una prossimità planetaria, una facilità di accesso mai conosciuta nella storia della Chiesa. È il “Giubileo 3.0” della Misericordia, voluto da Francesco per spingere la Chiesa dentro le sfide del terzo millennio attingendo alla sua origine missionaria.

Domani mattina, alle 9,30, il Papa aprirà la Porta santa di San Pietro, e darà così inizio all’Anno santo straordinario. I suoi gesti, le sue parole, la messa, gli sguardi, i passi: tutto sarà trasmesso in mondovisione, per la prima volta nella storia con un formato tecnologico Ultra Hd 4K, l’ultima frontiera della definizione televisiva: 19 telecamere del Centro televisivo vaticano riprenderanno l’evento-simbolo di questo pontificato e lo porteranno nelle case di 1,2 miliardi di cattolici. Pochi avranno a disposizione apparecchi ad alta definizione, nelle baraccopoli delle Filippine o nelle parrocchie dell’Amazzonia forse le immagini arriveranno sbiadite in televisori sgangherati, ma alla storia l’apertura della Porta santa di San Pietro sarà consegnata con una qualità mai fino a oggi sperimentata.

Un’altra faccia di questo Giubileo, iniziato il 29 novembre a Bangui, capitale del Centrafrica martoriata dalla guerra civile, dove il Papa ha aperto la prima santa nella “povera” cattedrale, una chiesa semplice con un portone di legno tirato a lucido per l’occasione, che per nulla ricorda la porta di bronzo alta 3,65 metri realizzata in quasi un anno di lavoro di artisti e artigiani. Quando il Papa, l’inverno scorso a sorpresa, ha annunciato l’Anno santo straordinario a questo deve aver pensato: arrivare a tutti, includere, riportare al centro quello che è periferico, essere “prossimi”. L’agenda-Bergoglio ha sconvolto la Chiesa, specie quella della Curia romana, abituata ad altre priorità, non solo pastorali, ma anche di governo, e gli effetti si stanno vedendo sia con le azioni di disturbo messe in campo durante il Sinodo e poi con gli scandali (Vatileaks, ma anche Apsa-Finnat) fatti scoppiare con tempismo accurato e poi ben alimentati per gettare un’ombra sull’efficacia dell’azione del Papa, bollato ormai come “isolato” e perdipiù “populista”.

Il Giubileo, e questo è chiaro a tutti, anche ai non credenti che non attendono nessuna indulgenza plenaria, è la risposta concreta a questa guerriglia di retroguardia: è al mondo che il Papa apre la sua Chiesa, e non ai ristretti circoli, politico-affaristici, che l’hanno fatta da padroni a lungo Oltretevere.

Parte la nuova tecnologia televisiva in ultra-hd, e i maxischermi saranno collocati al Policlinico Gemelli, nel carcere di San Vittore a Milano, e a Betlemme. Gli ultimi davvero saranno i primi, e non dentro una chiesa, ma dove la gente (chi crede e chi no, o di altra religione) soffre. È tutto qua il Giubileo 3.0 della Misericordia, che si apre in un momento storico dove i venti di guerra non sono mai stati così forti, dove la paura rischia di prendere il sopravvento sulla gioia di vivere, dove lincertezza sul futuro erode la speranza.

Quello che si apre domani – anche se a Bangui è già iniziato - è il trentesimo giubileo della storia della Chiesa, che nel tempo hanno modificato modalità e tempo. Il primo fu nel 1300 per volere di Bonifacio VIII, che fissò la regola della cadenza ogni cento anni, ma non fu ascoltato: il successivo si tenne nel 1350 e poi via via ogni 25 anni, a parte quelli straordinari, l'ultimo nel 1983 da Giovanni Paolo II, che poi presiedette a quello del 2000 di cui è ancora viva la memoria. Sette secoli di pellegrinaggi a Roma e di indulgenze concesse, momenti che hanno segnato anche dei cambiamenti storici e di costume, come nel 1950, quando arrivarono a Roma tre milioni di pellegrini, un fatto epocale per quel tempo. E la Porta santa? Fu papa Martino V nel 1423 ad aprire per la prima volta nella storia degli anni giubilari la porta santa a San Giovanni in Laterano: allora si celebravano ogni 33 anni. Ma nella basilica di San Pietro l’apertura risale per la prima volta nel Natale del 1499.

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