Commenti

La Leopolda in mezzo al guado

  • Abbonati
  • Accedi
Scenari

La Leopolda in mezzo al guado

La Leopolda, diceva ieri Matteo Renzi, è il posto dove tutto è cominciato. Ma dagli inizi a oggi c’è più di un anno di governo e due da segretario Pd e un piccolo bilancio va fatto. Anche per guardare con più realismo all’appuntamento delle prossime elezioni comunali. E non fare la fine del premier socialista francese Valls, costretto a evocare la guerra civile per tentare di frenare l’avanzata della destra.

All’appuntamento che si è aperto ieri - e durerà fino a domani - il premier arriva con una bomba finanziaria che è esplosa, quella del risparmio, che ha un impatto fortissimo sul Governo e sul Pd. Non un ottimo viatico, insomma. Che si aggiunge, peraltro, a tutte le polemiche che già accompagnano le comunali: dalle primarie agli strappi dentro Sel sulla questione delle alleanze. Insomma, due fronti che coinvolgono Renzi come premier e come segretario Pd e che mettono bene a fuoco come questa Leopolda non possa più essere inquadrata con quello spirito degli inizi. La spinta propulsiva dei primi appuntamenti, anche se non si è persa, non basta più. Il cambiamento, la rottamazione, il tema generazionale sono stati la chiave giusta per arrivare al partito, poi al Governo e poi anche al consenso del 40% ma adesso quella ascesa è finita. E anche quel registro comunicativo.

Nel piccolo bilancio di questi anni ci sono sicuramente le riforme, certamente il tentativo di invertire il ciclo negativo dell’economia ma, come dimostra la vicenda dei risparmiatori, il copione non si può scrivere tutto da soli. E dunque il Governo non ha tutte le leve per creare consenso come può accadere con il taglio delle tasse sulla casa o il bonus di 500 euro per i diciottenni. Le altre leve sono nelle mani del partito, il vero oggetto dimenticato dal segretario. E che ora torna in prima linea con le comunali del giugno prossimo e trova una struttura non nelle migliori condizioni. Divisioni interne che restano, piccoli pezzi di partito che sono andati via, fratture su cui giocano anche settori di Sel, a sua volta spaccata tra chi ha intenzione di proseguire le esperienze di governo locale e chi invece vuole rompere con Renzi. Questo si trova davanti la Leopolda: non più una terra da conquistare ma una terra da difendere e mantenere. Una scena del tutto cambiata che richiede un linguaggio molto diverso.

Un conto è parlare di rottamazione un conto è averla già fatta. Un conto è dividere il campo tra riformatori e frenatori (o gufi o musi lunghi) un conto è prepararsi a una sfida elettorale in cui la divisione in due - perfino del proprio campo di gioco - avvicina alla sconfitta più che alla vittoria. E di una vittoria alle comunali Renzi ha bisogno più di ogni altra cosa. Innanzitutto perché è un giudizio su di lui. In secondo luogo perché diventa la prova generale, prima del referendum sulla riforma costituzionale e poi sul ballottaggio del 2018.

E dunque la Leopolda sta in mezzo a questo guado, tra la rottamazione fatta e un Pd ancora molto fragile sui territori e molto poco strutturato e forte a Roma. Tra una classe dirigente rottamata e un’altra che non è ancora credibile. E che dopo tanti strappi ora deve mettersi a fare un lavoro di ricucitura per bloccare l’avanzata dei 5 Stelle. Il punto è che al di là delle formule usate, che sia partito della nazione o partito pigliatutto, l’idea di fondo di attrarre pezzi di società e di politica fuori dal perimetro del Pd è ancora tutta da realizzare. Come dice Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia che governa con Sel ed ex componente della segreteria del Pd (che molti rimpiangono proprio per il suo lavoro di “tessitura” sui territori), il partito deve diventare una calamita per quella sinistra che vuole governare ma non vuole entrare nel Pd e per settori moderati che non si riconoscono più nel centro-destra.

Questo è il tema sul tavolo della Leopolda, come rendere il Pd un centro di gravità credibile. Che è poi la “missione” che gli affida la nuova legge elettorale scritta dalla “generazione” Leopolda.

© Riproduzione riservata