Commenti

Le comunali tra Tasi e risparmio

  • Abbonati
  • Accedi
politica 2.0

Le comunali tra Tasi e risparmio

Si può già immaginare che quando si andrà a votare per le comunali, a giugno, risuonerà questo slogan: avremmo dovuto pagare la prima rata della Tasi, invece è stata abolita. Continua pagina  27

Il legame tra la manovra approvata ieri e il voto nelle città è stretto e, anche se la scommessa è più ambiziosa e guarda alla crescita, di certo sarà benzina per la campagna elettorale che Renzi dovrà affrontare. E la affronterà con due “armi” politiche: la legge di stabilità da una parte e la riforma del Senato dall’altra. E un terzo protagonista molto scomodo: la vicenda dei risparmiatori e i rimborsi attesi dopo la truffa. La tempistica si addensa tutta qui, nel periodo che va dalle primarie al voto di giugno visto che la Tasi si sarebbe dovuta pagare a giugno, i rimborsi sono attesi a partire dai prossimi tre mesi, il referendum sulla riforma costituzionale si voterà subito dopo, a ottobre. E quindi comunque incrocerà la campagna per le comunali.

Con la manovra, Renzi copre trasversalmente l’elettorato solleticando slogan soprattutto del mondo di centro-destra come l’abbassamento delle tasse o il superammortamento per le imprese o anche l’innalzamento della soglia per il pagamento in contanti. L’altra, la riforma costituzionale, risponderà invece a quell’elettorato ostile alla politica e sensibile allo slogan di un Senato smantellato, da 315 a 100 senatori, con un taglio dei costi che ha poco peso sul totale complessivo della spesa pubblica ma che pesa tanto sul sentimento di insofferenza per la “casta”. Qui la scommessa è conquistare una parte dell’elettorato “anti-sistema” sia di destra che di sinistra.

Dunque la legge di stabilità che ieri è diventata legge con i 162 voti a favore del Senato, è la prima piattaforma politica per la corsa verso le elezioni in città che diventeranno un indicatore di fiducia sul Governo Renzi. È vero, nel mezzo c’è il giudizio dell’Europa, ci sono i primi dati su Pil e disoccupazione, ma la manovra ha argomenti politici adatti a una campagna elettorale. Innanzitutto lancia lo slogan sulla Tasi: a giugno le urne saranno aperte ma non ci sarà più nessun bollettino da pagare. Poi ci sono una serie di bonus che guardano a elettorati finora piuttosto distanti dal Pd come il mondo delle forze di sicurezza e i giovani più vicini al voto grillino: arrivano così gli 80 euro alle forze di Polizia (e pure a chi lavora alle Capitanerie di Porto) e la card da 500 euro per i diciottenni che si presume potrebbero andare a votare a giugno. Segnali che Renzi ha voluto dare a più realtà anche se quella più dura si chiama risparmio. Nel decreto collegato alla manovra c’è infatti la dotazione finanziaria di quel fondo di solidarietà che dovrà risarcire i risparmiatori truffati dopo il crack delle 4 banche.

E quella sarà la spina della sua campagna elettorale. È vero che ha scelto Raffaele Cantone, con la sua reputazione e immagine, per depotenziare la carica esplosiva della “partita” dei rimborsi ma quella è la curva più pericolosa per lui. Anche perché è stata la questione in assoluto più dirompente per il suo Governo e in assoluto anche quella più sottovalutata. In effetti, la tempistica con la quale saranno gestiti i rimborsi sarà tutta a ridosso della campagna elettorale e quello sarà l’argomento delle opposizioni.

Nel mezzo ci sarà anche il giudizio della Commissione Ue sulla manovra ma l’Europa ormai è diventato un argomento politico anche per Renzi che non lascia più l’esclusiva dell’anti-Merkel a Salvini o ai 5 Stelle. Anche se il tema non sarà tanto la promozione o la bocciatura perché, come dice Giorgio Tonini, presidente della commissione Bilancio del Pd, il premier dovrà preparare una proposta per l’Europa in grado di trasformare le flessibilità spot di oggi data in deroga su vari temi, in qualcosa di strutturale che rilanci gli investimenti europei e la crescita dei Paesi più in affanno. Quella è la partita vera per le elezioni vere del 2018.

© Riproduzione riservata