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Matera e la festa dimenticata

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la rai, la città

Matera e la festa dimenticata

Mi autodenuncio subito, sono nata e cresciuta
a Matera. Sono prima di tutto una cittadina, avida lettrice di giornali.
E qualcosa si è perso, nelle cronache di questo inizio d’anno: della festa che ha coinvolto una città intera non si è letto nulla.

Ancora ieri, 4 gennaio, i principali quotidiani italiani hanno dedicato intere pagine al messaggino con la bestemmia che ha inquinato il Capodanno in piazza e la diretta della Rai, assieme ai 40 secondi con cui la mattacchiona Tv di Stato ha anticipato l’arrivo del 2016. Due mancanze che non dovevano esserci e per cui chi ha sbagliato va sanzionato, senza alcun dubbio.

Ma est modus in rebus, ci insegnava Orazio. Di senso della misura, in questa vicenda, se n’è visto poco. Dello spettacolo, del calore che ha avvolto cantanti e artisti, grazie a una folla inimmaginabile (materana in primis, tanta gente è arrivata da diversi paesi e città del Sud ), non c’è stata traccia nei resoconti dei giornali. Sulla perfetta organizzazione dell’amministrazione, che ha retto all’urto di 50mila persone – di tutte le età, in piazza a gioire con Malika Ayane e Renzo Arbore, a cantare «O’ Sarracino» e le canzoni di Francesco Renga – non si è soffermato nessuno. Quei suoni, quelle luci, quell’armonia hanno riempito la notte di Matera e resteranno nella memoria di chi vi ha partecipato. Anche se l’anno nuovo è stato celebrato con 40 secondi di anticipo. La risposta della città - Capitale europea della cultura 2019 - è stata magnifica e i presentatori dell’«Anno che verrà» non hanno mancato di sottolinearlo in diretta. Non un incidente, niente petardi e bottiglie di vetro, come avevano raccomandato le forze di sicurezza. Una prova di grande civiltà. Beh, tutto ciò è passato in secondo piano. Peggio: non è stato rilevato. Neanche una riga. Sarebbe troppo facile rimarcare i pur importanti ritorni, anche economici, che deriveranno non solo per Matera ma per l’intera regione, sul lungo periodo, che avrebbero potuto giustificare da soli un approfondimento.

La verità è che resta il dubbio che l’uso strumentale di quanto accaduto per questioni politico-istituzionali, con relativo regolamento di conti, abbia fatto premio su tutto. Anche su Matera e sulla sua festa. Con buona pace del modus oraziano. Peccato.

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