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Aspettative stabili, ma preoccupa l'export

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Indagine trimestrale Banca d'Italia-Sole 24 Ore

Aspettative stabili, ma preoccupa l'export

Economia italiana avanti ma a passo un po'incerto. È l'impressione che si ricava dall'ultima indagine trimestrale sulle aspettative di inflazione e crescita Banca d'Italia-Il Sole 24 Ore, realizzata dall'uno al 16 dicembre 2015 con interviste a 977 imprese dell'industria dei servizi e delle costruzioni, con almeno 50 addetti.

Quando si chiede agli imprenditori una valutazione sulla situazione economica generale dell'Italia, infatti, si ottengono in larga prevalenza giudizi di stabilità(68,7 nell'industria e servizi, a settembre scorso la percentuale era del 66,1). Tuttavia, il saldo positivo netto fra giudizi di miglioramento e valutazioni di peggioramento si è ridotto rispetto a settembre scorso : ora è pari a 12,5 punti percentuali contro il precedente 25,9 per cento. La ragione, annotano gli economisti della Banca d'Italia, va ricercata soprattutto nelle opinioni meno favorevoli delle imprese più orientate all'export. Evidentemente hanno avuto il loro peso le nuvole che sul finire dell'anno si sono addensate nello scenario globale per effetto delle tensioni geopolitiche e del rallentamento dei paesi emergenti, a cominciare dalla Cina, in poche parole tutti gli elementi che hanno costretto anche la Banca mondiale a rivedere verso il basso le proprie stime sulla crescita globale per il 2016.

Nell'ultimo trimestre del 2015 si conferma positivo il saldo netto delle valutazioni sulla domanda corrente, ma si indeboliscono leggermente le attese su come andranno i prossimi tre mesi: il saldo netto positivo delle risposte è infatti sceso a 14 punti percentuali( a settembre era pari a 21,6). Quanto alle condizioni operative delle aziende, queste ritengono che continueranno a giocare un ruolo positivo anche nel prossimo futuro tanto la dinamica del cambio quanto l'andamento delle quotazioni petrolifere, quanto l'incremento della domanda. Per contro,tra i fattori che influenzeranno negativamente la vita delle aziende si intensifica, seppure in modo marginale, l'incertezza imputabile a fattori economici e politici. La propensione ad investire, in ogni caso, c'è: la quota degli operatori che si attende un rialzo della spesa nominale in investimenti nel primo semestre del 2016 rispetto al periodo precedente supera infatti di 14,5 punti percentuali quella delle imprese che prefigurano una flessione. Le aspettative sono particolarmente favorevoli nel caso delle aziende medio-grandi.

Per il 52% delle imprese, inoltre, la spesa per investimenti quest'anno dovrebbe rimanere invariata rispetto a quella della seconda metà del 2015. Tra l'altro, alle aziende è stato chiesto se il provvedimento di incentivo agli investimenti in beni strumentali (il cosiddetto super-ammortamento) contenuto nella Legge di stabilità abbia influito sui piani di spesa. E la risposta è, in larga parte, sì. Infatti, poco più della maggioranza delle imprese si attende effetti positivi da questa disposizione, mentre il 13% li giudica abbastanza o molto rilevanti. Continua anche la tendenza positiva per le condizioni di accesso al credito , anche se il miglioramento si nota soprattutto fra le imprese di grandi dimensioni.

Si conferma, infine, una nota di ottimismo anche nel settore delle costruzioni: il saldo delle attese sul contesto operativo nei prossimi tre mesi diventa positivo per la prima volta dal 2012 e a percentuale delle imprese che si attende un robusto incremento dei propri ritmi produttivi nei prossimi mesi sale al 49,7 per cento 8 era la 45% in settembre).

Le sfumature di grigio riguardano invece l'occupazione( le attese a tre mesi scendono marginalmente) e l'inflazione, con delle attese riviste leggermente al ribasso su tutti gli orizzonti temporali rispetto all'indagine di settembre. Del resto, il dato Istat di dicembre, con un'inflazione mensile pari a zero, proiettava già sul 2016 qualche elemento di inquietudine per i rischi di una dinamica dei prezzi molto bassa per molto tempo.

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