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La cultura della legalità sbarca nei Tg regionali

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La cultura della legalità sbarca nei Tg regionali

  • –di M.Lud.

La legalità «non è uno stato, un traguardo che si raggiunge uan volta per tutte. È, invece, un risultato che si ha giorno per giorno. La legalità non è un problema di giudici ma di tutti noi, è nei tanti piccoli “no” e se tutti lo facessimo avremmo un successo». Una ricerca quotidiana, insomma, per fare la sintesi delle parole di Giuseppe Pignatone. Il capo della procura della Repubblica di Roma le pronuncia alla Rai, in viale Mazzini., in conferenza stampa insieme al numero uno dell’Anac, Raffaele Cantone, il direttore della Tgr (testata giornalistica regionale), Vincenzo Morgante e in collegamento da Palermo Leonardo Guarnotta, segretario della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone.

Il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto presenta «La ricerca della legalità»: si chiama infatti proprio così la campagna di sensibilizzazione che la Tgr mette in campo ogni anno e che stavolta si svolgerà dal 25 al 30 gennaio. «La legalità così come la giustizia - ha sottolineato il direttore generale della Rai sono valori fondativi per il nostro convivere civile ma trovano significato nella loro attuazione. E siccome la società è in continuo cambiamento anche questi valori non sono statici. Per questo c’è bisogno di un continuo racconto». Poi aggiunge: «In che modo il servizio pubblico può dare un contributo? Non con l’atteggiamento didattico nè con quello paternalistico. Ma con la verità e autenticità, dando spazio alla realtà quotidiana e dando luce alle storie di coloro che quotidianamente si danno da fare per la legalità, mostrando comportamenti virtuosi, che si riesce a chiudere il cerchio, a mettere anticorpi dentro la società». Osserva Raffaele Cantone: «È fondamentale usare un mezzo come la televisione, che raggiunge tutti i cittadini, anche quelli che non partecipano alla campagna per la legalità». Il presidente dell’autorità nazionale Anticorruzione, inoltre, rileva che la legalità è in Italia una parola «abusatissima» perchè «alle affermazioni di principio non sono seguiti i fatti. Se fossero seguiti i comportamenti oggi saremmo al primo posto della classifica della legalità e non invece nelle posizioni di coda». Occorre «meno retorica e più attività concrete» e Cantone cita «don Luigi Ciotti che diceva che la parola legalità non si nega a nessuno mentre invece serve più spazio alla parola responsabilità».

La «Ricerca della legalità», è emerso ieri in conferenza stampa, è un viaggio che parte dalle nuove generazioni che insieme a docenti, associazioni e gruppi di volontariato si misurano con l'educazione alla legalità. Ogni redazione regionale sottolineerà un tema particolare, con attenzione ai progetti promossi dal Miur nelle scuole. «Faremo centinaia di servizi e di approfondimenti in studio per rispondere alla missione di servizio pubblico - ha spiegato il direttore Morgante - parleremo dei pericoli del web, del bullismo, della conoscenza e del rispetto delle leggi, del rifiuto di ogni forma di corruzione da Nord a Sud». Ogni edizione dei Tg darà spazio alle segnalazioni degli ascoltatori. «Il Settimanale» regionale di sabato 30 gennaio sarà un’edizione monografica sul tema della campagna. Su twitter e facebook sarà lanciato l’hashtag #laricercadellalegalità. «Sarebbe bello se capissimo tutti che quando si parla di accordi tra le mafie c’è un prezzo che paghiamo tutti nella vita quotidiana» ricorda Pignatone. Assicura Campo Dall’Orto: «Questa campagna vive per una settimana, ma è importante che il lavoro prosegua».

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