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Perché siamo ottimisti per la lotta alla povertà

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sfide globali

Perché siamo ottimisti per la lotta alla povertà

Viviamo in tempi straordinari. Ogni giorno sembra delinearsi una nuova crisi, che si tratti di immigrazione, di volatilità economica, di sicurezza o di cambiamento climatico.

Un fattore comune è la povertà: eliminarla aiuterebbe a superare le altre sfide in modo molto più semplice.

Ci sono buone ragioni per essere ottimisti. Sin dalla fine del secolo sono stati fatti passi verso un mondo in cui ogni individuo ha la possibilità di condurre una vita sana e prospera. La mortalità materna, quella infantile e i decessi per malaria sono dimezzati così come la povertà estrema. Il target degli obiettivi che i 193 Paesi dell’Onu hanno sottoscritto a settembre è quello di eliminare la povertà in tutte le forme e ovunque entro il 2030. Questo è possibile e vedremo importanti svolte lungo il percorso con opportunità per chi vive nei Paesi poveri. Le vite dei più poveri miglioreranno in tempi più rapidi nei prossimi 15 anni. Il progresso non solo è possibile, ma anche inevitabile. Per raggiungere dei risultati ci dovrà essere volontà politica, cooperazione globale e ingenuità umana. È un messaggio che abbiamo portato a Davos. La Bill & Melinda Gates Foundation si focalizzerà sulle aree di maggior necessità e sarà a pronta a correre rischi che altri non possono o non vogliono correre. Stiamo concentrando gli sforzi su tre grandi aree. Dal 2002, il Fondo Globale per la lotta contro Aids, tubercolosi e malaria ha svincolato un’enorme ricchezza di risorse finanziarie e umane per combattere le malattie infettive che incidono sui poveri in modo sporporzionato. Garantendo una fornitura di medicine, formando medici e infermieri e creando sistemi sanitari più solidi, il Fondo globale ha salvato finora 17 milioni di vite. Dall’inizio del decennio circa 4 milioni in più di persone sono vive per essersi vaccinate contro le malattie infettive grazie, in gran parte, al lavoro della Gavi, l’alleanza per i vaccini. Nei prossimi cinque anni la Gavi d i suoi partner saranno in grado di immunizzare 300 milioni di persone aiutando milioni di bambini e giovani a sopravvivere e prosperare e incoraggiando le economie in via di sviluppo.

In secondo luogo, le donne saranno al centro dei nostri sforzi. Senza dubbio il mondo è diventato un posto migliore per le donne, ma non ha ancora raggiunto un livello soddisfacente. Le donne necessitano di un migliore accesso alla sanità (in particolar modo ai servizi dedicati alla famiglia), alle opportunità economiche e a una maggiore autorità sulle decisioni rispetto alla propria vita (che richiede anche una maggiore partecipazione sociale e leadership nella vita pubblica).

Conferire potere alle donne per trasformare la loro vita è uno degli investimenti più intelligenti che si possono fare. Migliorare la loro salute ed il loro benessere, garantire loro un buon livello di istruzione e liberare il loro potenziale economico sono aspetti essenziali per creare delle comunità e dei paesi più prosperi. Ma per fare tutto ciò dobbiamo approfondire la nostra comprensione del modo migliore per garantire maggior potere alle donne. Per superare secoli di disuguaglianza di genere, è necessario uno slancio maggiore. La Women Deliver conference a maggio sarà la prossima opportunità a livello globale per incoraggiare un’azione più efficace e spingere i donatori a dimostrare il loro impegno.

In terzo luogo, vogliamo investire nell’innovazione. I progressi scientifici e tecnologici (dai nuovi vaccini e da raccolti più sani e vigorosi a smartphone e tablet più economici) sono i fattori trainanti per la riduzione della povertà. Il mondo ha dimostrato di essere pronto a spendere di più per trovare nuovi modi di garantire fonti di energia pulite, accessibili e affidabili. Questo è uno dei modi migliori per aiutare i poveri ad affrontare il cambiamento climatico. Intanto, le innovazioni nella sanità hanno portato all’eliminazione quasi totale della poliomelite e ci si aspettano risultati da una nuova terapia che potrebbe eliminare l’elefantiasi di cui soffrono 120 milioni di persone.

La verità è che i fondi attuali per la ricerca destinati ai bisogni sanitari dei più poveri a livello mondiale non sono sufficienti, così come gli strumenti e le tecnologie che abbiamo a disposizione per arrivare ai risultati sperati. Se vogliamo raggiungere i target fissati dagli obiettivi globali sulla salute materna e infantile e sulle malattie infettive, dovremo raddoppiare i fondi per la ricerca e lo sviluppo entro il 2020. Ecco perché dobbiamo garantire che la ricerca faccia parte dell’agenda del vertice del G7 fissato per maggio in Giappone e che ci sia una focalizzazione sullo sviluppo e sull’uso dei prodotti che salvano la vita e che migliorano le prospettive economiche dei più poveri.

Il sostegno delle istituzioni come il Fondo globale e la Gavi per il conferimento di potere alle donne e per l’innovazione è fondamentale. Ma si potrebbe fare di più. Il mondo si dovrebbe unire per sradicare la povertà come un primo passo per superare tutte le altre sfide, dall’immigrazione al terrorismo.

Ogni giorno i giornali rispecchiano troppo spesso il divario tra il mondo di oggi e un mondo senza povertà. Ma ciò che non rivelano sono tutti i modi in cui la vita sta già migliorando per i più poveri. Se manteniamo le nostre promesse nei confronti dei poveri, questa diventerà una notizia di prima pagina.

(Traduzione di Marzia Pecorari)

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