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I rischi di diventare il partito del comico

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Italia

I rischi di diventare il partito del comico

Chissà se è un caso che i 5 Stelle abbiano offerto un patto al Pd sulle unioni civili proprio all’indomani del debutto teatrale di Grillo. Coincidenza o no, certo è che sono i gesti politici quelli di cui i grillini ora hanno più bisogno. Ora che il ritorno del loro leader sul palco confonde i piani della rappresentazione e della realtà.

Èchiaro che il nuovo esordio di Grillo in teatro espone il Movimento a dei rischi, il primo dei quali è di trasformarlo in un partito del “comico” e in un intreccio di finzione e verità. Per i 5 Stelle è invece vitale che quei piani non siano confusi, che le aule parlamentari non siano solo il palcoscenico delle urla contro, della protesta sceneggiata – come tante già viste – e del “no” a oltranza. Tutto questo armamentario, oggi, verrebbe risucchiato dalla teatralità, apparirebbe sempre più come un corollario alla scelta fatta da Grillo.

È quindi la realtà il piano da esplorare per non perdere una credibilità politica che recentemente è stata anche messa a dura prova. Soprattutto dopo i fatti di Quarto che sono costati ai grillini un po' di punti persi nei consensi, come hanno registrato molti sondaggisti. E gli stessi dicono che anche l’addio di Grillo alla politica potrebbe costare un ulteriore sfarinamento di simpatie e appoggi. Serve quindi più di tutto e sopra ogni cosa, agganciare la realtà e portare risultati. Che possono essere le unioni civili in Parlamento o una vittoria da festeggiare in un grande Comune di quelli che vanno al voto a giugno.

Radicarsi nella concretezza è, insomma, l’antidoto. Ed è quello che è accaduto ieri con l’offerta di un patto al Pd sul Ddl Cirinnà anche se con la condizione di non cambiare il testo. A questo punto la legge sulle coppie gay e sull’adozione del figlio del partner omosessuale potrebbe diventare una vittoria all’attivo dei 5 Stelle. Forse più di quanto non possa fare Renzi. Il leader del Pd può rivendicare il merito di aver sdoganato una legge che nessun governo di centrosinistra aveva portato a casa ma per il Movimento il punto di merito è perfino maggiore. Perché è evidente che hanno fatto e potranno fare la differenza. È solo grazie alla loro presenza in Parlamento che oggi le unioni civili sono al Senato e che il provvedimento va avanti. E sarà grazie a loro se il Ddl Cirinnà diventerà legge visto che la maggioranza non è autosufficiente e non solo perché mancano i voti di Alfano ma perché mancano quelli del Pd.

Il ruolo dei 5 Stelle è quindi un ruolo chiave, è la condizione senza la quale questa legge non si farebbe. E il fatto che la discussione avvenga adesso è un’occasione per il Movimento di mostrare, per la prima volta, un contributo fattivo a un risultato. Tanto più che il provvedimento in questione era atteso da anni, reclamato dall’Europa, e che i partiti tradizionali non erano mai riusciti ad approvare.

IlDdl Cirinnà è insomma una porta che si spalanca e consente l’uscita dalla vicenda di Quarto e pure dal teatro di Grillo. Una ragione politica forte che indurrebbe, anche in presenza di voti segreti, a mantenersi compatti sul “sì” sempre che il patto con il Pd maturi fino in fondo. La tentazione di fare un’imboscata a Renzi nel segreto dell’urna sarebbe invece un boomerang. Un flop della legge riporterebbe i grillini alla recita del “vaffa” al Parlamento di cui però loro sono stati una parte determinante, almeno in questo caso.

Se oggi il rischio più grande è di essere risucchiati dalla grande finzione del comico, dagli applausi e pure dalle critiche delle sue perfomance teatrali, l’unico palcoscenico che li può salvare è il Parlamento come luogo di risultato. Un passo è la legge Cirinnà prima dell’altra grande sfida, quella del voto per i sindaci nelle grandi città. Anche quello sarà un bagno di realismo.

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