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Il no tedesco alla paura

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L'ANALISI

Il no tedesco alla paura

l titolo Deutsche Bank ha cavalcato ieri, in un primo momento, l'onda di rialzi delle azioni delle banche europee, favorito, ironicamente, dai buoni risultati della sua principale concorrente in Germania, la Commerzbank.

Poi ha acquisito vita propria grazie all'annuncio del riacquisto di quasi 5 miliardi di euro di obbligazioni.
Al di là dell'andamento di giornata in Borsa, che come hanno dimostrato le sedute di questa settimana, con oscillazioni talvolta superiori al 10%, può avere un significato che dura lo spazio di un mattino (da inizio anno la banca ha perso un terzo del suo valore), due elementi sono emersi con una certa chiarezza.

Il primo è che il nuovo amministratore delegato John Cryan, un esperto di ristrutturazioni, sa che ha davanti un compito lungo e difficile per rimettere in sesto la banca e non intende consentire che venga fatto deragliare dalle turbolenze di mercato. Con l'annuncio del buyback ha quindi mandato un segnale che Deutsche Bank – e come potrebbe essere altrimenti – è pronta a far fronte ai propri impegni. Il suo problema è duplice: le perplessità degli investitori sulle banche vanno al di là del caso Deutsche, ma sono destinate a focalizzarsi di nuovo sul colosso tedesco perché ritenuto uno degli anelli deboli del settore; inoltre, non è ancora chiaro agli stessi investitori se il piano di Cryan sia destinato ad avere successo nel restituire redditività alla banca, e soprattutto in che modo, dopo il ripudio della strategia basata sulla diversificazione nel retail, ma al tempo stesso non fidando più, come nelle gestioni passate, nei prodigi dell'investment banking, dopo le scottature e gli scandali degli ultimi anni.
L'altro elemento è che il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, è intervenuto per la seconda volta in tre giorni per rassicurare sulla solidità della banca. Un messaggio chiaro e forte: il Governo di Berlino non è disposto a lasciar travolgere senza colpo ferire la prima banca di Germania. Le conseguenze sistemiche di un crollo di Deutsche Bank sono impensabili. Ancor più delle parole di Cryan e del buyback, è questo il segnale che probabilmente i mercati terranno a mente.

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