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Renzi: «Vogliamo la verità»

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Europa

Renzi: «Vogliamo la verità»

  • –Marco Ludovico

È una vicenda drammatica, torno a esprimere alla famiglia di Giulio condoglianza e dico che noi agli egiziani abbiamo detto: l’amicizia è un bene prezioso ed è possibile solo nella verità» ricorda il premier Matteo Renzi a Radio Anch’io. Ieri il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha incontrato il collega egiziano, Sameh Shoukry, a margine della Conferenza di Monaco per la sicurezza in corso in Germania: Shoukry ha informato Gentiloni «sugli sforzi compiuti dalle autorità egiziane per trovare gli assassini dello studente italiano Giulio Regeni» riferisce un comunicato del ministero egiziano. «L’Italia ha al suo fianco tutta l’Europa» ha sottolineato a margine della stessa conferenza di Monaco l’alto rappresentante dell’Ue per gli Affari Esteri, Federica Mogherini. Anche Mogherini ha incontrato Shoukry: «Ho reso il ministro partecipe della grandissima apprensione di tutta l’Europa per quello che è accaduto a Giulio al Cairo e della nostra aspettativa che venga fatta piena chiarezza». Le due indagini in corso,quella al Cairo e l’azione della procura di Roma guidata da Giuseppe Pignatone, offrono segnali e tracce di verità, ma non la luce sull’assassinio di Regeni. «I servizi di sicurezza, sotto la direzione del generale Khaled Shalabi, hanno interrogato 300 persone i cui nomi» erano memorizzati sul telefonino di Giulio Regeni e «tutti hanno affermato che avevano relazioni con lui in quanto accademico e nulla più» riferisce il sito del quotidiano indipendente egiziano Al-Masry Al-Youm. Le forze di sicurezza egiziane avrebbero poi convocato per interrogarlo il tassista che per primo ha trovato il corpo dello studente italiano Giulio Regeni lo scorso 3 febbraio su un cavalcavia. Intanto le autorità investigative italiane stanno verificando la veridicità delle dichiarazioni rese in questi giorni da diversi testimoni, tra i quali uno che avrebbe visto Regeni prelevato il giorno della sua scomparsa, il 25 gennaio, da due soggetti all’ingresso di una fermata della metropolitana. A questo si aggiunga che un ulteriore testimone ha affermato che pochi giorni prima che di Giulio si perdessero le tracce il ricercatore sarebbe stato fermato e identificato dalla polizia egiziana. Tuttavia gli investigatori italiani sono cauti. Il sostituto procuratore di Roma, Sergio Colaiocco, ipotizza che un movente dell’omicidio possa essere rinvenuto nella riunione al Cairo dell’11 dicembre scorso dei sindacati indipendenti - sigle emarginate dal Governo di Al-Sisi - cui partecipò lo stesso Giulio, per poi pubblicarne un report sul sito web Nena news.

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